Sono già liberi i sei stranieri arrestati nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri della stazione di Poggiomarino. I tre marocchini ed i tre romeni, accusati di una lunga serie di furti di piante ornamentali, hanno infatti lasciato il carcere di Poggioreale così come disposto dal giudice del processo per direttissima. L’arresto è stato convalidato dal tribunale di Torre Annunziata, ed i sei sono stati rimessi in libertà con la richiesta di termini a difesa da parte dei legali difensori, motivo per cui è stata ordinata la scarcerazione dell’intera banda, poiché non ricorrevano più i presupposti per la misura detentiva.
Un epilogo che certamente non piacerà a chi nella notte dello scorso weekend ha vissuto momenti di apprensione per il blitz dei militari dell’Arma agli ordini del maresciallo Andrea Manzo, che circondando la zona via San Francesco erano riusciti ad assicurare la gang alla giustizia. Non saranno felici, naturalmente, neppure i tanti imprenditori del settore che nel giro delle ultime due settimane erano stati razziati pesantemente dai sei componenti dell’organizzazione criminale.
I carabinieri di Poggiomarino, insieme a quelli della compagnia di Torre Annunziata, riuscirono a mettere le mani su Marius Mihaita Tipau, romeno, 31enne; Khrichfa Abdel Aziz, marocchino, 30enne; Mustapha Archan, marocchino, 33enne, già noto alle forze dell’ordine; Salah Marharoum, marocchino, 30enne, già noto alle forze dell’ordine; Adrian Sarbov, romeno, 22enne, già noto alle forze dell’ordine; Florin Tipau, romeno, 29enne.
Tutti sono residenti a Poggiomarino, dove hanno fatto ritorno già nella serata di ieri dopo la liberazione e le formalità di rito come la realizzazione delle foto segnaletiche. I sei si sono resti protagonisti di una lunga serie di furti di piante ornamentali portandone via ad ogni azione alcune decine di migliaia che poi rivendevano a prezzi d’occasione a fioristi e grossisti compiacenti. Nel corso dell’operazione delle forze dell’ordine sono state sequestrate anche due autovetture, una Polo ed un’Audi A4, che i balordi utilizzavano per i loro “colpi”.