Lungo lavoro alla periferia Sud di Poggiomarino per bonificare le strade prese d’assalto da chi sversa regolarmente rifiuti speciali e pericolosi tra il verde e le arterie abbandonate. Continuando l’opera avviata a Longola e nella zona di via Provinciale Palma, l’Amministrazione comunale ha dato vita nei giorni scorsi ad una profonda opera di pulizia nell’area che confina con Boscoreale, proprio a ridosso dell’antico portone di Boccapianola, uno dei simboli storici della città vesuviana.
Vasta la “raccolta” di spazzatura che ha impegnato l’impresa affidataria delle opere, che in totale ha rimosso qualcosa come una tonnellata di scarti di ogni tipo tra cui non sono mancati i ritagli tessili, “la ferita del momento”, vecchi pneumatici, pezzi di carrozzerie di auto e di motori, oltre al normale solido urbano e persino le lastre di amianto, sempre più presenti nelle discariche a cielo aperto che si trovano nelle località ai piedi del vulcano. Insomma, non soltanto rifiuti di natura speciale e pericolosa ma anche di tipologia tossica, così come vengono definiti i residui di asbesto, materiale classificato come fortemente cancerogeno soprattutto quando usurato.
L’intervento della ditta, voluto dal Comune di Poggiomarino in collaborazione con la Città Metropolitana, si è esteso da via Boccapianola fino a toccare le adiacenti via Nunziata e via Barbarota. La scoperta dell’amianto è avvenuta già qualche giorno fa, proprio all’inizio dell’operazione di bonifica. In quel frangente gli operai utilizzarono dei grossi sacchi bianchi in cui intrappolarono le fibre ed i residui della sostanza nociva in attesa di una più adeguata sistemazione. A difendere i bustoni “soltanto” un cordoncino bianco e rosso che per fortuna non è stato violato da alcun malintenzionato.
Ieri gli addetti dell’impresa sono tornati ed hanno portato via il materiale che adesso sarà conferito, naturalmente dietro pagamento, in discariche autorizzate a trattare il pericoloso amianto. In totale sono stati portati via una decina di sacchi da circa venti chili ognuno, contro la rimozione complessiva di rifiuti che nel corso dei lavori si è assestata a più o meno una tonnellata. Insomma, una buona porzione dei rifiuti sversati a Poggiomarino in maniera selvaggia e criminale era composta da asbesto o da eternit. Una piaga, quella dell’amianto, che continua ad essere d’attualità non soltanto nella cittadina vesuviana: sono in tanti, infatti, ad avviare lavori di restyling degli edifici costruiti durante il periodo in cui l’asbesto era il materiale più utilizzato.
Chiaramente, imprese edili senza scrupoli non trovano di meglio che sversare i residui nel verde per evitare di pagare gli alti costi di smaltimento del materiale. Intanto, l’assessore all’Ambiente e vicesindaco di Poggiomarino, Gerardo Aliberti, ha sottolineato: «Come promesso stiamo ripulendo le periferie cittadine. Abbiamo un programma di interventi che porteremo avanti al più presto». Resta il pericolo, tuttavia, che nuovi scarichi selvaggi possano vanificare il lavoro svolto.