Il teatro Summarte ha ospitato l’incontro tra istituzioni e scuole di Somma Vesuviana nella Giornata della Memoria. Dopo la proiezione del film premio Oscar “La vita è bella” di Roberto Benigni, si è svolto il dibattito con gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il sindaco Pasquale Piccolo ha affermato che «la scuola è il luogo più idoneo per trasmettere alle nuove generazioni la memoria di fatti storici di evidente gravità per curare l’odio, l’indifferenza e la viltà, che purtroppo non sono scomparsi neppure nella nostra Europa. Gli ultimi episodi di terrorismo ce ne danno atto».

Il liceo scientifico-classico “Torricelli”, l’Iti “Majorana”, l’istituto “Montessori”, la scuola media “San Giovanni Bosco” e le elementari si sono stretti nel ricordo di una pagina terribile della storia, rievocando il rispetto per la diversità delle origini sociali e delle culture. Gli allievi hanno partecipato e ascoltato l’opinione dei dirigenti scolastici intervenuti insieme agli assessori alla Pubblica istruzione e alla Cultura, Milena Di Palma e Gaetano Di Matteo, promotori dell’iniziativa.

«Il 27 gennaio non è solo il ricordo dei crimini del passato – ha evidenziato la Di Palma – ma è un impegno morale, un atto di consapevolezza per costruire attraverso l’unione una coscienza pubblica”. Per Di Matteo “ricordare, empatizzando col dolore vissuto dalle vittime delle atrocità dei lager, è un modo per evitare che in futuro tragedie come l’Olocausto possano ripetersi».

Ultimo, di grande interesse e di notevole spessore, l’intervento di Enrico Di Lorenzo, docente del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno. «Ridurre la memoria ad un semplice simbolo annienta il sacrificio e la morte di tanti ebrei», ha detto Di Lorenzo, sottolineando l’importanza della bibliografia storica, che ha contribuito ad educare i popoli alla civiltà.

L’incontro è stato moderato dall’assessore alla Comunicazione istituzionale Simona Cerbone la quale, nell’esaminare la scheda tecnica del film, ha rammentato quanto fosse già «difficile il momento storico precedente alle deportazioni nei campi di concentramento per l’inasprirsi delle leggi razziali».