I funerali del boss di Roma, Vittorio Casamonica, avvenuti nella Capitale il 20 agosto, fecero parlare il mondo interno. E nella cerimonia, a dir poco “sfarzosa” ed inneggiante ai clan c’entrava anche Terzigno. Non soltanto perché arrivarono famiglie dall’area vesuviana per l’ultimo saluto al cosiddetto “ras degli zingari”, ma soprattutto per quell’elicottero.

Il mezzo, infatti, non rispettò le regole e non annunciò di essere diretto nel cuore della “città eterna”: arrivò sul luogo dei funerali e rilasciò petali di rosa. Insomma, violò non soltanto gli spazio ma rilasciò materiali senza alcuna autorizzazione. In quel modo qualunque elicottero avrebbe potuto andare dove desiderasse e lanciare anche sostanze tossiche: fatti che alla luce della minaccia Isis lasciano sconcertati.

Intanto, mentre sono in corso le indagini delle giustizia ordinaria, arrivano le prime decisione dell’Enac, l’ente nazione per l’aviazione, che ha deciso di sospendere per 33 mesi il pilota di Terzigno che quel giorno era al comando del mezzo. Il giovane cittadino vesuviano, insomma, per quasi tre anni non potrà volare.