A 32 anni esatti da quell’agguato, il cui fascicolo di indagine un anno dopo era stato chiuso senza elementi utili, la procura di Napoli ottiene dal gip misure cautelari per due boss. Eduardo Contini, a capo di uno dei gruppi più potenti della camorra napoletana, noto alle cronache per la sua passione per il lusso e i casinò, già detenuto al 41 bis, e Giuseppe Lo Russo, altro storico ras di Napoli pure in carcere a regime duro, sono destinatari di un nuovo provvedimento restrittivo insieme al pentito Ettore Sabatino, che ha gli arresti domiciliari.
“Il cold case” è quello dell’omicidio di Gaetano Ruffa, detto ‘o scatolaro, freddato da sicari a Napoli in piazza Carlo III il 22 ottobre 1983. Sabatino, affiliato un tempo ai Lo Russo, ha permesso con i suoi racconti, che trovano riscontro in dichiarazioni di altro collaboratori di giustizia quali il boss Giuseppe Misso, di ricostruire le fasi e le motivazioni dell’omicidio, anche perché fu il sicario.
Ruffa era un vecchio esponente della malavita napoletana, legato al boss Raffaele Cutolo. La sua morte favorì l’ascesa di Contini, all’epoca un emergente nella criminalità organizzata; per ucciderlo, il giovane aspirante capoclan chiese il “permesso” a Giuseppe Lo Russo, che non solo glielo accordò, ma prestò anche un suo killer.