Il Fiume Sarno resta molto inquinato e continuano a salvarsi soltanto le zone più vicine alle foci. È il risultato del monitoraggio e dei campioni delle acque prelevate da Legambiente Campania che oggi ha diffuso il dossier sul corso d’acqua più inquinato d’Europa. E se le aree maggiormente avvelenate restano quelle solofrane, di Castellammare di Stabia e tra Cava dei Tirreni e Scafati-Pompei, neppure Striano sorride.
Legambiente, infatti, è andata oltre i prelievi effettuati da Goletta Verde, aumentando il numero di campionature, che soltanto nella cittadina vesuviana, sono stati quattro, e aggiungendo alle analisi altri criteri come quelli della temperatura dell’acqua, della presenza di nitrati, ammoniaca, fosforo, ossigeno disciolto, salinità fino al ph. Ne viene fuori in quadro che alla fine, per Striano, viene considerato “scarso”, cioè il penultimo dei criteri di nella scala dei valori negativi: peggio, in tal senso, esiste soltanto la voce “cattiva”.
Legambiente, tuttavia, ricorda che la situazione nella città agrovesuviana è in leggero miglioramento poiché al termine dei più recenti rilievi, Striano era proprio stata investita con l’etichetta di “cattiva”. Dunque, secondo gli esperti della Campania potrebbero essere diminuiti gli scarichi killer almeno in zona. Legambiente ricorda tuttavia un avvenimento avvenuto in estate e che riguarda proprio la porzione strianese del fiume Sarno: «Un rigagnolo di colore grigio-azzurro ha attraversato i campi coltivati ed è sfociato nel Sarno, nel territorio di Striano. Questa fu la scena apparsa alle guardie giurate del Wwf e al personale dell’Ente Parco, che ha presentato una denuncia a carico di ignoti alla Procura della Repubblica».