Aveva realizzato un’autofficina con tanto di luogo per la rottamazione in maniera del tutto abusiva. Motivo per cui è stato denunciato un meccanico di Terzigno, C.G. di 38 anni, che inoltre dovrà anche pagare una multa molto salata per la carenza di dispositivi igienici e naturalmente in relazione allo smaltimenti di oli, acque reflue e parti metalliche. Ad intervenire è stata la polizia provinciale di Napoli, attraverso il drappello di Nola agli ordini del comandante Lucia Rea e del responsabile del distretto territoriale, Andrea Valente.

Un’operazione davvero importante, quella degli agenti di Palazzo Matteotti che sono intervenuti alla periferia della città vesuviana su un terreno piuttosto nascosto ma molto ampio. Il capannone, infatti, era stato costruito, senza alcuna autorizzazione, su uno spazio verde di circa 500 metri quadrati, mentre il locale misurava un quinto della dimensione totale. Tantissimo lo spazio all’aperto utilizzato dal meccanico come parcheggio di auto ma anche come “cimitero” per le autovetture. Decine, infatti, sono stati veicoli trovati e che erano in parte rottamati.

In particolare, nel corso del blitz della polizia provinciale, è stato sequestrato il fabbricato composto da una struttura in ferro e muratura e coperto soltanto con una lamiera nemmeno attaccata troppo bene a quello che doveva essere il tetto della struttura. E proprio nell’area adiacente era stata in sostanza realizzata una discarica abusiva di rifiuti di varia tipologia ma tutti dall’origine meccanica, quella che in napoletano viene volgarmente chiamata “scasso”.

Nel verde, infatti, sono stati rinvenuti motori e parti di motori, parti meccaniche di autovetture, pneumatici naturalmente usurati e non più servibili, vere e proprie carcasse di veicoli, filtri dell’olio che gocciolavano pericolosamente nel terreno, e ancora: vetro, plastica, rottami metallici e ferrosi. Insomma, quanto generalmente compone anche una regolare attività commerciale di autodemolizione e di riciclo di materiali, soltanto che in questo caso era tutto irregolare e tutto estremamente dannoso per l’ambiente e per l’ecosistema locale. Nemmeno a dirlo, C.G., il 38enne denunciato a piede libero, non aveva mai annotato nulla della sua impresa fantasma, non possedendo carte o documenti che potessero attestare la quantità di materiali trattati ed il carico e lo scarico dei rifiuti più o meno pericolosi che nel corso dei mesi sono passati per l’area di Terzigno a cui la polizia provinciale ha apposto i sigilli.

Ed inoltre non esistevano alcuni bacini, nemmeno rudimentali, per lo sversamento degli scarti liquidi prodotti. Sul posto gli agenti non sono riusciti a rinvenire nemmeno un punto per lo scarico delle acque reflue industriali provenienti dall’attività di lavaggio,  manutenzione e pulizia,  sul piazzale dell’area in questione che era privo di griglie di raccolta delle acque e di vasche di captazione. Le forze dell’ordine, infine, hanno al momento sequestrato anche le automobili che erano riparazione: 15 vetture che i proprietari avevano affidato al meccanico abusivo.