Imprenditori e amministratori pubblici sono stati arrestati dai Carabinieri a Napoli nel corso di un’indagine che ha portato alla scoperta di un giro di frodi per ottenere erogazioni pubbliche. Sono in corso anche perquisizioni. Le persone arrestate in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli, sono 11. I militari dell’Arma hanno scoperto l’esistenza di una associazione criminale facente capo a un imprenditore di Casalnuovo attivo nella refezione scolastica: con l’intervento di amministratori e dirigenti pubblici e con la complicità di altre persone, il gruppo otteneva l’aggiudicazione di appalti per la fornitura di pasti in scuole delle province di Napoli, Avellino e Salerno, determinando l’esclusione dalle gare delle ditte concorrenti, anche con la promessa di posti di lavoro per parenti e amici.

Gli arrestati sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere e di turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio, frode in pubbliche forniture e falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale, estorsione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.  Tra i destinatari delle ordinanze, anche l’ex vicesindaco di Maiori, un comandante della polizia municipale e diversi dipendenti comunali di varie città. Il gruppo gestiva gli appalti per le mense scolastiche assegnati a imprenditori amici da pubblici funzionari o amministratori pubblici compiacenti in tre province campane.

Sei in carcere, cinque agli arresti domiciliari, tre divieti di dimora e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono questi i numeri dello scandalo che ha travolto imprenditori e pubblici amministratori accusati di aver manipolato gli appalti per la refezione nelle scuole campane, fornendo in alcuni casi cibo avariato alle mense dei bambini. Nel mirino sono finiti oltre all’ex vicesindaco di Maiori anche tre dirigenti ed un dipendente dei comuni di Solofra, Montoro Inferiore e Sant’Agnello, oltre che un tecnico della prevenzione dell’Asl Napoli 2. L’indagine è partita nel 2012 ed è stato accertato che il gruppo si serviva di referenti territoriali, in particolare donne, le quali forti dei rapporti collusivi con alcuni membri delle commissioni di gara, li veicolavano fornendo informazioni negative sul conto delle altre aziende concorrenti a volte creando dei veri dossier del tutto falsi per screditare le altre aziende.

Tutto veniva ricambiato con l’assunzione dei familiari dei componenti della banda presso le imprese che vincevano gli appalti. Ruolo centrale lo svolgevano gli amministratori pubblici che cambiavano in corso di gara le regole per favorire le aziende segnalate. Lo stesso modus operandi era stato accertato a carico di sei persone che nel 2013 furono arrestate per appalti truccati per la refezione al presidio ospedalieri Capilupi di Capri.

Intendevano etichettare confezioni di pomodori provenienti dalla Cina per farle falsamente risultare come prodotte in Italia: è una delle circostanze emerse nell’ambito dell’inchiesta sulle mense scolastiche. È  capitato talvolta che i bambini si sono sentiti male dopo aver pranzato in mensa a scuola. Gli inquirenti hanno anche scoperto episodi di dossieraggio allo scopo di estromettere concorrenti nelle gare di appalto per il conferimento del servizio di refezione. I fatti contestati si riferiscono a un periodo che arriva fino al 2012.