La piccola parrocchia madre di San Giovanni Battista non è riuscita a contenere tutte le persone che questo pomeriggio hanno tributato l’ultimo a saluto a Giovanni Cordella, l’elettricista 30enne di Striano deceduto lunedì mattina dopo essere rimasto folgorato da una scossa elettrica. Difficile riuscire a contare in quanti non hanno voluto mancare alla funzione religiosa che si è tenuta alle 17: il centro di Striano è stato infatti letteralmente preso d’assalto da qualcosa come 500 persone.

Gli amici più stretti di Gianni hanno indossato una maglietta bianca con la foto della vittima dell’ennesima “morte bianca”: su ognuna delle t-shirt una scritta in ricordo dell’amico volato via troppo presto. Presente anche l’associazione locale dei motociclisti, che ha reso omaggio al proprio compagno di tante avventure con il classico rombo di motori ed “accompagnando” la salma durante l’ultimo viaggio: un lungo coreto a piedi fino in parrocchia.

E inoltre applausi all’uscita del feretro, ed anche tantissima commozione, un sentimento espresso dall’altare anche dal parroco, don Michele Fusco. Toccante e concreta, infatti, l’omelia del sacerdote che ha pizzicato le corde più intime dei presenti, parlando appunto del dramma professionale e soprattutto della tragedia che ha ucciso un giovane lavoratore: «Giovanni era un ragazzo razionale e che badava al sodo – ha detto il prete dall’altare – aveva intenzione di sposare quanto prima la sua fidanzata, di mettere su famiglia. Era un ragazzo semplice, come oggi ce ne sono pochi e che era riuscito a costruirsi un lavoro in cui era tra i migliori dell’intera zona».

Proprio quel lavoro di riparatore di elettrodomestici è stato fatale al povero Giovanni. Lunedì mattina, nel suo laboratorio in via Serafino, stava riparando un frigorifero ed una lavastoviglie da caffetteria: da uno dei oggetti è partita la scossa elettrica che ha ammazzato il giovane praticamente sul colpo.