Alla fine si pagherà, in forma spalmata fino al 2018, ma si pagherà. A dirlo la stessa Gori che da parte sua mette la parola fine alla querelle delle “partite pregresse ante 2012”, e lo fa attraverso un comunicato: «A seguito delle numerose contestazioni e criticità sollevate dall’utenza, dalle associazioni dei consumatori e dall’opinione pubblica e per evitare ulteriore aggravio di una condizione socio-economica difficoltosa, il Commissario Straordinario dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano  ha modificato le modalità di rateizzazione della riscossione delle partite pregresse ante 2012.

È previsto l’addebito a ciascun utente interessato del 10% dell’importo complessivo nel corso dell’anno 2015, del 30% nel 2016, del 30% nel 2017 e del restante 30% nel 2018. Al fine di agevolare ulteriormente gli utenti, soprattutto le fasce più deboli, l’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano ha attivato le procedure atte a prolungare ulteriormente le scadenze, portandole a dieci anni, attraverso istanza di anticipazione al fondo di perequazione contemplato dall’Aeegsi. Pertanto, tutte le fatture emesse da Gori nell’anno 2014, contenenti la dicitura “Recupero Partite Pregresse Ante 2012”, saranno annullate attraverso apposita nota di credito. Per gli utenti che avevano provveduto al pagamento delle fatture, gli importi saranno compensati con le fatture successive. Sarà comunque possibile richiedere un rimborso immediato, tramite apposita istanza disponibile presso gli sportelli Gori o nella sezione modulistica.

Adesso, tuttavia, è importante conoscere il parere della associazioni di consumatori che sulla questione, insieme anche a tante amministrazioni comunali hanno lavorato a lungo per evitare i pagamenti talvolta anche di tre o quattromila euro. Insomma, si tratta comunque di dovere pagare e non è detto che tutti siano d’accordo, anzi.