«Il grande bluff dell’attuale dirigenza dell’Eav è stato scoperto, quando nei giorni scorsi è comparso sul sito aziendale un avviso che “informava” i viaggiatori che “a seguito di un’agitazione proclamata dal sindacato Orsa potrebbero verificarsi ritardi o soppressioni sulle linee delle Circumvesuviana”, i dirigenti hanno pensato di mascherare dietro la giusta protesta dei lavoratori, pecche ataviche dovute alla mancanza dei treni da poter utilizzare per un regolare servizio di trasporto».
«Ebbene oggi, a oltre 24 ore dalla sospensione dello stato di agitazione – spiega la sigla – ancora si lamentano numerosissime soppressioni e tantissimi ritardi, a causa della, oramai cronica, carenza di materiale rotabile. La verità è che dei 70 treni promessi si arriva al massimo a 55, ma a seguito di guasti ricorrenti, dovuti prettamente ad interventi tampone sui motori o sui dispositivi “caricabatterie”, arriviamo a stento a 48 elettrotreni, di cui oggi, solo 8 Metrostar (su 26), e di cui 2 dedicati esclusivamente al flop Campania Express, che porta a spasso solo l’aria condizionata dei convogli. La verità è che i dirigenti, o la “governance” come alcuni di essi amano definirsi, hanno fallito su tutta la linea, non raggiungendo nessuno dei risultati che avevano sbandierato nelle “passerelle stampa” pre-elettorali. L’unico risultato ottenuto è stato quello di riportare ad un livello penoso un’azienda di trasporto che potrebbe e dovrebbe essere tra le prime in Italia, se non d’Europa».
Il sindacato Orsa auspica «una rapida sostituzione di questi dirigenti, troppo legati ai meccanismi della politica e poco pratici e capaci nella gestione delle aziende di trasporto, troppo tempo è stato perso e troppi danni sono stati fatti ai cittadini della Campania, chiediamo quindi che il Governatore De Luca faccia dei provvedimenti che consentano realmente il rilancio delle aziende di trasporto dell’Eav (Circumvesuviana, Sepsa e MetroCampania NordEst), chiediamo che la Regione Campania abbia una nuova visione del Trasporto Pubblico Locale con un aumento dell’offerta di corse treni e bus per consentire, finalmente, ai cittadini di avere di nuovo il diritto alla mobilità, perduto con l’amministrazione Caldoro e con la supina acquiescenza dei dirigenti aziendali».