Secondo quanto dichiarato dai titolari di Agri Italia sarebbero state corrisposte ai finti braccianti retribuzioni per circa due milioni di euro, ma senza il versamento dei relativi contributi previdenziali. Nello stesso periodo l’Inps ha pagato sussidi e prestazioni per oltre un milione di euro, somma per la quale si è proceduto al sequestro preventivo.

È stata, inoltre, appurata l’artificiosità delle dichiarazioni fornite nel corso degli anni dagli amministratori della società. In particolare è stato appurato che le particelle catastali che avrebbero dovuto essere destinate alle attività aziendali corrispondevano a terreni incolti o improduttivi perché destinati ad altro uso. Nel caso più eclatante vi era un’area situata a Palma Campania, denominata Casa d’Avoli, già sottoposta a sequestro penale perché adibita a discarica e nella quale fu sepolto il cadavere dell’imprenditore palmese Antonio Ferrara, scomparso misteriosamente nel dicembre 2012 e rinvenuto nel gennaio 2014. In numerosi casi, i fondi dichiarati nelle denunce aziendali sono risultati appartenenti a ignari proprietari.