Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le “Indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza per rischio vulcanico” della zona rossa dell’area vesuviana emanate dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, prefetto Franco Gabrielli, come previsto dalla Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2014. L’atto del 2014, infatti, non solo ha sancito formalmente per la prima volta la nuova zona rossa per l’area vesuviana – ovvero quella da evacuare in via cautelativa in caso di ripresa dell’attività eruttiva – e individuato i gemellaggi tra i 25 Comuni coinvolti e le Regioni e Province Autonome che dovranno accogliere la popolazione evacuata in caso di necessità, ma ha anche stabilito i successivi adempimenti in materia di pianificazione che ricadono sull’intero sistema di protezione civile.
La pubblicazione delle Indicazioni, quindi, segna un «nuovo, decisivo passo avanti – dice una nota del Dipartimento – nelle attività di pianificazione che investono l’intero servizio nazionale di Protezione civile». Questo perché l’obiettivo principale del documento pubblicato in Gazzetta Ufficiale è «indicare alle componenti e strutture operative coinvolte in caso di emergenza vulcanica al Vesuvio la strategia comune da perseguire nell’aggiornamento, ognuno per la propria parte di competenza, dei singoli piani di emergenza che andranno poi a comporre il complessivo piano nazionale». Nello specifico, il documento è articolato in sei diverse sezioni. La prima contiene la strategia generale volta a tutelare la vita dei cittadini in caso di ripresa dell’attività eruttiva del Vesuvio e le attività previste nelle varie fasi operative per le diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale di protezione civile. La seconda fornisce indicazioni di carattere generale per la definizione dei Piani interni, di comunicazione e di settore; in particolare, questi ultimi devono garantire l’integrazione e l’armonizzazione delle azioni di tutte le amministrazioni e gli enti coinvolti. La terza sezione definisce gli elementi necessari per l’elaborazione dei piani di allontanamento dalla zona rossa e di trasferimento e accoglienza della popolazione nelle Regioni e Provincie Autonome gemellate; nella quarta parte sono contenute specifiche indicazioni per la pianificazione di emergenza delle amministrazioni territoriali. La quinta sezione riguarda le attività di pianificazione e coordinamento generale che spettano al Dipartimento della protezione civile, mentre l’ultima fornisce elementi volti a garantire la continuità amministrativa degli enti locali.
«Il lavoro che ci aspetta per completare l’aggiornamento impegnerà l’intero Servizio nazionale della protezione civile – commenta Gabrielli – Tutti dovranno lavorare in modo sinergico, perché un buon piano nazionale di emergenza deve necessariamente derivare dal contributo, ai vari livelli, delle singole pianificazioni di settore. Non dobbiamo, però, fare l’errore di pensare che una volta raggiunto l’obiettivo le attività siano concluse: come si è sempre detto, i piani di emergenza per essere strumenti validi quando sarà necessario metterli in pratica devono essere aggiornati periodicamente, condivisi con i cittadini e testati in esercitazioni».
L’assessore alla Protezione civile e alla Difesa del suolo della Regione Campania, Edoardo Cosenza, a sua volta aggiunge: «È una tappa importantissima, condivisa a livello nazionale. La Regione ha già istituito con delibera il gruppo di lavoro Rischio Vulcanico che tempestivamente seguirà tutte le azioni di competenza regionale, relative a trasporti, sanità, telecomunicazioni, salvaguardia dei beni culturali. Nel frattempo i Comuni con finanziamento regionale possono aggiornare i Piani di emergenza. Insieme all’assessore ai Trasporti, Sergio Vetrella, seguiamo i lavori per avere una viabilità primaria intorno al Vesuvio adeguata per un’eventuale emergenza di dimensioni enormi. Ci attende ancora un lungo percorso ma lo seguiremo con tenacia».