Una città e il suo hinterland cresciuti tra due vulcani con il rischio, per la zona flegrea, che passa dal livello di base a quello di attenzione. Il monitoraggio del Vesuvio e dei Campi flegrei diventa più capillare e intenso, grazie a un protocollo d’intesa tra la Regione Campania, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Osservatorio Vesuviano. Nuove strumentazioni all’avanguardia e più risorse umane saranno operative entro ottobre prossimo, grazie a un finanziamento europeo di circa 3,2 milioni di euro
«La curiosità scientifica – spiega il presidente dell’Ingv, Stefano Gresta – non resta fine a se stessa, ma ci consente di avere un’attenzione a questi fenomeni grazie a strumentazioni avanzate, che migliorano anche la qualità della comunicazione con la Protezione civile». Sonde di profondità, droni, fibra ottica e rilevamento delle trasformazioni del suolo: così Ingv e Osservatorio Vesuviano terranno sotto controllo la zona vesuviana e l’area flegrea fino a Ischia, con un rilevamento di variazioni anche in profondità nel golfo.
«Con l’allargamento della zona rossa e con zone gialle che si sovrappongono – spiega l’assessore regionale alla Protezione Civile Edoardo Cosenza – lavoriamo sul monitoraggio e sulla prevenzione, ma con i piani di evacuazione e con infrastrutture di viabilità nell’area vesuviana e a Pozzuoli, che servano all’emergenza, miglioriamo anche la qualità della mobilità di tutti i giorni».