È cominciato ieri il processo contro il vigile urbano di Poggiomarino, Giuseppe Salvati, finito in manette nei mesi scorsi con l’accusa di falso ideologico e concussione. Il 58enne sovrintendente capo, tuttora agli arresti domiciliari, avrebbe infatti multato un cittadino marocchino regolare per uno screzio privato.
Versione confermata in aula dall’accusa per cui ha deposto lo stesso extracomunitario che ha denunciato il fatto. «Peppe mi disse dammi altri 50 euro, altrimenti ti multo». E così fu, poiché la contravvenzione arrivò qualche giorno dopo presso la residenza dell’uomo. Tuttavia, grazie al gps, il cittadino maghrebino è riuscito a dimostrare che nel giorno e nell’ora della multa, l’auto si trovava in garage e non in via Roma.
Tra Salvati ed il marocchino la tensione cominciò con la vendita di una Smart: il poliziotto municipale, dopo avere ceduto la vettura, chiese il pagamento di alcune spese supplementari su cui l’acquirente non era d’accordo. Da qui l’esplosione del caso. Durante la prossima udienza sarà proprio la difesa a prendere la parola e sarà chiamata a testimoniare anche il comandante del Corpo di Poggiomarino, Rita Bonagura.