Cinema e teatro, passione, vocazione e voglia di fare: Rossella Celati, attrice ma anche regista, protagonista della fiction partenopea “Un Posto al Sole”, si racconta in questa nostra intervista. Originaria di Sant’Anastasia, sin da piccola scopre la sua grande passione per l’arte teatrale che, con la sua personalità e soprattutto naturalezza della sua persona, fa di lei un’artista a 360 gradi.

Rossella, come nasce la tua carriera di attrice?

«Sin da piccola ero attratta dal teatro, mi piaceva andarci con mia madre. E’ proprio da qui che nasce la mia carriera, da semplice spettatrice e dal fascino che aveva per me il teatro. Ho cominciato col fare corsi di teatro per bambini con il regista Carmine Giordano, dopodiché ho iniziato a frequentare la sua scuola di teatro “Gregorio Rocco” in maniera più assidua. Questa è stata per me una bellissima alternativa a quello che offriva il paese, cioè molto poco. Ma il mio desiderio più grande era quello di essere ammessa all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica e questo mi ha spinto ad andare verso Roma. Lì mi sono laureata in Storia, Scienza, Tecnica e Arti dello Spettacolo per avere una base culturale di conoscenza e per capire che tipo di artista volevo essere. Così ho frequentato la Link Academy – Accademia Europea d’Arte Drammatica, per avere una formazione accademica pratica».

Il teatro, dunque, come base di partenza. Com’è stato il tuo approccio con il cinema?

«Ho cominciato con il fare cortometraggi, così per gioco con gli amici ed ho scoperto un’attitudine ed un amore per la macchina da presa. Da lì ho capito che per trasmettere un’emozione bastava uno spostamento di sguardo e la potenza di comunicare attraverso il viso e i piccoli gesti. Un lavoro, quindi, del tutto diverso rispetto al teatro. Poi, quando mi sono ritrovata su set più professionali, ho scoperto il grande fascino della macchina cinematografica. A me piace molto il lavoro di squadra, in cui siamo tutti parte dell’ingranaggio e l’ho riscoperto in questi ultimi sei mesi lavorando sul set della fiction “Un Posto al Sole».

Cinema e teatro: quali sono i tuoi progetti futuri?

«Attualmente sto lavorando ad un progetto teatrale mio, un monologo scritto da me il cui tema principale è il terremoto, inteso anche come turbamento degli equilibri interiori, un parallelismo tra il fenomeno naturale e la perdita dell’amore. Sto investendo in questo progetto che è fortemente voluto. Con il Collettivo di cui faccio parte, che si chiama Drao, siamo una realtà indipendente e cerchiamo di creare progetti che nascono proprio dalla nostra voglia di fare. Il teatro per me è necessità, ho bisogno del contatto diretto con il pubblico ed è fondamentale per me riuscire a trasmettere a chi ti sta di fronte delle emozioni, trasportare lo spettatore in un’altra dimensione. Con il cinema invece ho avuto modo di lavorare su un altro set, una produzione della Tao Due, che andrà in onda a breve su Canale 5. E poi girerò un cortometraggio a Parigi dal titolo “E’ stato un attimo”, in cui curerò la direzione artistica ed il protagonista sarà Giovanni Napolitano. Sarà la mia prima produzione cinematografica. Poi ad aprile lavorerò per il Teatro Stabile di Cosenza ad uno spettacolo di Antonello Antonante sulla storia dei fratelli Cervi».

Sin da piccola, dunque, hai scoperto questa vocazione. Cosa vuoi dire ai giovani che intendono intraprendere la carriera di attore?

«Mi sento di dire innanzitutto di farlo per passione e non per quello che si vuole diventare o apparire, come spesso accade sulla falsa riga di molti programmi incentrati su “miti” e personaggi della televisione. Il mestiere di attore è un’altra cosa, è innanzitutto studio costante, è curiosità ed arricchimento personale; è sacrificio, sia fisico che mentale. Penso che i giovani abbiano tanto da dire, ed è giusto che i ragazzi riprendano in mano la situazione portando novità e rinnovamento. Bisogna crederci e non demordere mai».

Rossella, tu sei originaria di Sant’Anastasia ma vivi da molti anni a Roma: quanto senti lo spirito di appartenenza al tuo paese?

«Tantissimo, qui ci sono delle cose che non puoi dimenticare, nei sapori, nei modi di fare, nella nostra cultura e tradizioni alle quali mi sento fortemente legata e porto sempre all’interno del mio lavoro».

A proposito di Sant’Anastasia, venerdì si è tenuto un evento benefico al Teatro Metropolita in cui ti abbiamo vista nel ruolo di moderatrice…

«Sì, è stato un evento di raccolta fondi e si è spiegato come prevenire ed assistere i malati di Alzheimer. È stato un evento multiculturale per spiegare la malattia da un altro punto di vista. Ho accettato subito questo lavoro perché mi ha colpito molto l’evento in se. Ho portato il mio cuore, lontano dal mio ruolo di attrice. Spero sia riuscita a trasmettere energia positiva. Ho creduto molto in quest’iniziativa e sono stata contenta di farlo non nelle vesti di un personaggio ma donando tutta me stessa».