Favori al Gruppo Ragosta, tra i nove indagati anche il gip di Napoli Alberto Capuano. L’accusa starebbe verificando se il magistrato abbia ottenuto favori dagli imprenditori Ragosta pure oggetto di indagini, nella fattispecie la ristrutturazione del centro estetico della moglie, in cambio dell’adozione di alcuni provvedimenti «ritenuti sospetti», in favore del gruppo imprenditoriale.
A finire nel mirino dei pm della Procura di Roma imprenditori, pubblici ufficiali e proprio il gip di Napoli Alberto Capuano. Martedì sono stati perquisiti dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma e dai colleghi del capoluogo partenopeo, uffici e abitazioni degli indagati. L’inchiesta ha preso il via a Napoli con l’arresto, nel 2012, di esponenti di una famiglia proprietaria di società che operano nel settore del commercio del ferro. Poi gli atti sono stati trasferiti a Roma, competente per i procedimenti in cui siano coinvolte le toghe napoletane, dopo il coinvolgimento del gip Capuano.
Stando a quanto emerge dal decreto di perquisizione, Capuano avrebbe adottato provvedimenti ritenuti «errati» o sospetti in materia di misure personali e reali: come la scarcerazione di uno dei due fratelli indagati prima ancora che si esprimesse il Riesame, o il provvedimento con il quale il magistrato napoletano ha consentito all’amministratore giudiziario di affittare una villa dei Ragosta in Costa Smeralda per i mesi estivi ad un prezzo stracciato.