Apprensione in città per un incendio che secondo popolazione ed attivisti durerebbe da ormai una settimana. Il luogo del “falò” sarebbe non lontano dall’ex discarica di Cava Sari, a destra dell’invaso, in posizione più alta rispetto all’impianto e comunque in pieno parco nazionale del Vesuvio.
In molti, già tra lunedì e martedì scorso avevano ipotizzato il classico rogo agricolo, e cioè qualche coltivatore intento a bruciare sterpaglie nel suo appezzamento di terreno malgrado si trovasse in piena area protetta. Invece il tempo non è stato sufficiente a fare arginare la nube di fumo bianco che insiste ad alzarsi al cielo nonostante siano ormai trascorsi ben sette giorni. L’immagine postata su internet, in tal senso, risale ad appena ieri ed i commenti sottostanti spiegano chiaramente che l’incendio si trova sempre allo stesso punto e che è partito addirittura lunedì passato. E dopo le prime proteste in relazione all’inquinamento atmosferico nel Parco del Vesuvio, ma anche a Terzigno, c’è chi comincia a preoccuparsi seriamente chiedendo un’ispezione delle autorità nel punto da cui parte il fumo.
Qualcuno inizia infatti ad ipotizzare qualcosa di ben più grave rispetto al classico incendio “cronico” di erbacce. E c’è chi pensa persino ad una situazione simile a quella che si è creata tempo fa in una cava della limitrofa San Giuseppe Vesuviano. Il caso riguarda una vecchia discarica non lontana dall’imbocco della Statale 268, dove i rifiuti sotterrati avevano provocato esalazioni tossiche e gas che si sprigionavano dal terreno.
Sul posto arrivò l’Arpac che insieme alla Forestale fece sequestrare l’area. Un rischio che i terzignesi vedono alle porte, chiedendo dunque interventi celeri in merito alla nuova e presunta ferita ambientale.