Via alle analisi sul contenuto dei fusti tossici trovati in uno scavo all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Decine di grosse lattine rinvenute durante l’operazione “Sangue Nero” e che hanno messo in apprensione l’intera comunità a riguardo dei veleni che possono essersi sprigionati nel terreno e dunque sul territorio.
E sotto la lente d’ingrandimento dell’Arpac, dei tecnici e della Forestale finiscono inevitabilmente anche le coltivazioni locali, che potrebbero avere “assorbito” gli agenti inquinanti contenuti all’interno dei bidoni di ferro sotterrati in una cava sul territorio di Ercolano. Eccellenze che dunque rischiano nuovi problemi.
Terrore anche per il noto “pomodoro del Piennolo” che potrebbe essere stato “toccato” dagli agenti velenosi e su cui si stanno concentrando le attenzioni degli addetti ai lavori.