Piccola e povera chiesa del Flocco, diocesi di Nola, allora frazione del comune di Boscoreale e oggi di Poggiomarino: la mattina del 10 maggio 1875 l’antichissima statua in legno della Madonna del Santo Rosario esposta per il mese mariano, alla presenza di molti fedeli, mostra scuotimenti, trasuda sudore e piange lacrime umane.
Di fronte a tale prodigio il parroco – come ci viene testimoniato dalle cronache fatte dal Beato Bartolo Longo e accennate nell’ottavo capitolo della “Pratica dei Quindici Sabati” – comincia ad astergere questo liquido. Ma ecco il fenomeno inspiegabile: il fazzoletto non raccoglieva nulla restando perfettamente asciutto. Allora, per prima cosa il reverendo impaurito e stupito fa allontanare i fedeli dalla balaustra di marmo dell’altare dove è posizionata la statua per la venerazione, esaminando il tremore e assicurandosi che non si trattava dell’urto della grande folla appoggiata per la preghiera ed a ciò poté attestare che la statua di San Francesco a pochi metri distante era perfettamente immobile. Cominciò a chiedere ai presenti singolarmente di astergere quel liquido, ma nessuno riusciva a raccogliere nulla, tranne una ragazza di 14 anni di nome Brigida Giuliani di origini contadine e un grande amore verso la Vergine e la pratica del Santo Rosario che recitava tutti i giorni insieme ai suoi devoti genitori
Il fenomeno si replicava a tutte le ore del mese di maggio allorché i fedeli si accingessero a pregare, cantando le litanie Lauretane alla presenza di sacerdoti, alti prelati, autorità ecclesiastiche tra cui il pro-Vicario generale della Diocesi di Nola, Salvatore Canonico Abate Manzi il quale per ordine del suo vescovo seguì il caso trascrivendo varie relazioni sul fenomeno. Anche il Beato Bartolo Longo si recò da Napoli e anche di lui ci resta un manoscritto degli eventi conservato nell’Archivio di Pompei.
Anche in questo caso la Madonna lasciò un messaggio a Brigida: “il Signore è sdegnato perché la domenica giorno riservato a Lui si lavora, per le mode corrotte e perché non si digiuna il venerdì e il sabato”.
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