Il boss si nascondeva in un appartamento alla periferia di Pompei, ai confini con Castellammare di Stabia, ed è proprio lì che è stato localizzato nelle prime ore della nottata dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata. Nicola Esposito, 42 anni, è considerato dagli investigatori il capo del clan camorristico Cesarano, che opera tra Pompei, Castellammare di Stabia e la penisola sorrentina.
Esposito aveva fatto perdere le proprie tracce il 4 novembre 2013, perché colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per associazione di tipo mafioso, estorsione e porto illegale di armi da fuoco, aggravati dalle finalità mafiose. Il capo clan aveva trovato rifugio in un locale di pertinenza dell’abitazione di Alfonso Cesarano, 49 anni, ritenuto affiliato allo stesso clan, finito in manette per favoreggiamento personale.
Esposito, detenuto dal 2001 al 2009 per associazione di tipo mafioso, armi ed estorsione, era stato, inoltre, condannato per il reato di procurata evasione, avendo partecipato alla pianificazione e realizzazione dell’evasione dall’aula bunker di Salerno degli ergastolani Ferdinando Cesarano e Giuseppe Autorino, fondatore ed elemento di spicco del clan Cesarano, il 22 giugno 1998 nel corso di udienza dibattimentale. Gli arrestati sono stati condotti nel carcere di Secondigliano.