“Sconti” sulle tasse ad alcuni contribuenti amici o raccomandati: è bufera sull’Agenzia delle entrate della Campania. L’ex direttore regionale Enrico Sangermano è da oggi agli arresti domiciliari come l’imprenditrice sorrentina Silvana Pane, titolare della società Globeco Spa. Indagati anche Mattia Barricelli, direttore provinciale Napoli II, Salvatore Cortese, capo settore controlli presso la direzione regionale, e Antonella Gorret, capo ufficio stampa dell’Agenzia delle entrate di Roma. Nei confronti di Sangermano, il procuratore aggiunto Filippo Beatrice e i sostituti Alessandro Milita e Ida Teresi ipotizzano i reati di corruzione, concussione, abuso d’ufficio e falso ideologico in atti pubblici.
L’ex direttore generale, in particolare, avrebbe ottenuto l’assunzione del nipote nella Globeco spa di Piano di Sorrento dopo essersi attivato per la concessione all’azienda di una agevolazione fiscale indebita, poi infatti disconosciuta dalla Direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Il nipote assunto alla Globeco, è emerso dalle indagini del Nucleo di polizia tributaria, percepiva un regolare stipendio ma senza svolgere prestazioni lavorative nell’azienda. Un altro episodio di concussione contestato a Sangermano riguarda la presunta imposizione all’attore comico napoletano Biagio Izzo di un’esibizione nel corso dei festeggiamenti per la promessa di matrimonio della nipote. La circostanza emerge da un’intercettazione telefonica in cui Sangermano, parlando con un amico, dice: “Mi raccomando dici a Biagio Izzo che ci deve fare questa cortesia di un quarto d’ora altrimenti gli faccio arrivare un cartellone pubblicitario, più che una cartella”. L’accertamento fiscale avrebbe riguardato compensi non dichiarati per oltre 56.000 euro.
Dall’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Alberto Capuano, salta poi fuori il caso di un parrucchiere piuttosto noto a Roma, Gerardo Milito, che ha un atelier nel quartiere Prati. Tramite Antonella Gorret, capo ufficio stampa dell’Agenzia, Milito avrebbe ottenuto illegalmente a Salerno l’annullamento dell’avviso di rettifica con cui il valore dichiarato di un immobile venduto veniva portato da 275.000 a 402.000 euro. L’annullamento sarebbe stato “imposto” all’ufficio di Salerno nonostante l’intervento di un funzionario, Fulvio Ricciolio, che invece avrebbe voluto proseguire con la rettifica. L’Agenzia delle Entrate, intanto, con una nota fa sapere che «ha offerto la massima collaborazione all’autorità giudiziaria».