Per tanti suoi concittadini di Caivano don Maurizio Patriciello è il padre premuroso, la “voce di Dio” che lotta per il bene della sua terra, per i tantissimi che lo ammirano e lo sostengono é un’icona eroica del nostro tempo. Ieri don Maurizio é stato il primo ospite della manifestazione letteraria estiva “Stringiamoci a Corte” organizzata dalla Pro Loco di Striano e presentata dal giornalista Francesco Gravetti. Don Maurizio Patriciello in compagnia di Lucio Iavarone, coordinatore del Comitato Terra dei Fuochi, è venuto a Striano per presentare il suo libro “Non aspettiamo l’Apocalisse”. Il parroco caivanese ha raccontato quando e come é iniziata la sua “battaglia di testimonianza” contro lo smaltimento illecito dei rifiuti. Partendo dal suo paese, Caivano, al confine tra le province di Napoli e Caserta. Nel cuore di quella zona denominata Terra dei Fuochi devastata dai roghi dei rifiuti tossici e ammorbata dal fetore che una notte di inizio giugno di due anni fa innescò in lui un grido di dolore.
Don Maurizio affranto dinanzi alla Croce doveva fare qualcosa. Ed ecco allora la sua denuncia al Vescovo di Aversa, la raccolta di firme ovunque da portare al cospetto delle istituzioni locali fino a Bruxelles. E poi i duri attacchi, e le successive scuse, ricevute da parte dell’allora Prefetto di Napoli. Per denunciare con forza e determinazione il dramma della Terra dei Fuochi, quel sistema economico illegale di smaltimento dei rifiuti industriali che da anni avvelena la Campania e miete migliaia di vittime per malattie tumorali. Don Maurizio, alternandosi nel dibattito con Lucio Iavarone, risponde alle domande dei ragazzi del Forum dei Giovani. Spiega che la legge nazionale introdotta per contrastare il fenomeno dei roghi, interviene a valle del problema, su chi brucia, e non a monte, le aziende illegali che producono e smaltiscono illecitamente i rifiuti. Il problema ambientale é strettamente correlato alla questione salute e a quello economico, in particolare le coltivazioni agricole.
Di qui l’incontro di don Maurizio con il premier Renzi perché coordini i vari settori interessati. Occorre evitare la morte fisica, spirituale e morale della Campania, la cui condizione oggi é nota al mondo intero. «La monnezza è il vero business criminale» spiega Don Patriciello «si guadagna tanto quando si inquina e poi si bonifica e per contro si rischia poco». «Dobbiamo andare tutti in cerca di politici, imprenditori, magistrati per bene e dotati di buona volontà e sostenerli, e ce ne sono» aggiunge Don Maurizio. «Chi sbaglia ha sempre un nome e un cognome, non bisogna mai sparare a zero su tutti» tuona il parroco.
«No al termovalorizzatore, interviene Iavarone, bisogna passare da un sistema lineare a uno circolare di smaltimento». «La materia non si distrugge ma va recuperata al massimo» sottolinea il coordinatore. Una soluzione a suo dire può venire dagli impianti di compostaggio e dalla ricerca di materiali meno inquinanti. A conclusione dell’incontro don Maurizio risponde alla domanda sulle minacce e le intimidazioni ricevute: «Per avere paura ci vuole molto coraggio e io sono molto coraggioso» chiosa Don Patriciello. «Provate a togliere un osso dalla bocca di un cane e diventerà un leone». Chapeau