Bufera su Pietro Langella, senatore di Boscoreale appena passato a Ncd e diventato coordinatore provinciale e vicario regionale. L’ira di alcuni componenti del partito di Angelino Alfano si è abbattuto su Langella. Secondo quanto scrive il “Roma”, il senatore è il figlio di Giovanni “paglietta”, leader dell’omonimo clan, trucidato in un bar da un commando armato di mitragliette e fucili a pompa il 2 ottobre 1991. Pochi mesi prima, il 20 febbraio, fu ammazzato dalla “Nuova famiglia” lo zio (fratello del padre) del senatore, Pasquale, e capo del clan legato con la Nco di Raffaele Cutolo.
Inoltre, il consiglio comunale di Boscoreale, come ricostruisce Vincenzo Iurillo sul “Fatto quotidiano”, quando era presieduto dal senatore, fu sciolto per infiltrazioni camorristiche: “Nella composizione consiliare e giuntale vi sono dei soggetti ritenuti permeabili alle pressioni dei gruppi malavitosi; in particolare l’attenzione della commissione si incentra sul presidente del consiglio comunale, esponente dell’omonimo clan e figlio di un soggetto ucciso nel 1991 in un agguato di camorra e facente parte del consiglio comunale già disciolto nel 1998 per i medesimi motivi”, è scritto nel fascicolo che finì sul tavolo del ministro dell’Interno.
Insomma, la nomina calata dall’alto durante il vertice presso l’hotel “La Fenice” di Boscoreale non è piaciuta a buona parte dello schieramento politico. Tuttavia difficile tornare indietro: con il senatore, infatti, passerebbero altri 25 amministratori locali tra le fila del partito. Una vicenda che potrebbe dunque imbarazzare e non poco il ministro degli Interni, Gioacchino Alfano con la base dello schieramento politico che chiede invece un’assemblea per eleggere il coordinatore.