Alessio “Justin” Giglio era riuscito ad inchiodarci tutti di fronte a quel video nel quale ballava in ospedale con in mano la sacca della chemioterapia. A passo di danza ha lottato contro un tumore e a passa di danza lascia tutti noi. A 24 anni, l’età in cui la spregiudicatezza della vita ce la raccontano. Sia lieve il palco sotto i piedi a questo ragazzo figlio di un Dio voltato dall’altra parte. Sia lieve il palco sotto ai piedi ad un essere umano che ballando ci ha destato dal torpore in cui viviamo. Sia lieve il palco sotto ai piedi ad un giovane che ha lottato fino alla fine prima di arrendersi ad un qualcosa più grande di lui, di noi. Strano caso quello dei tumori. Spendiamo miliardi per curarli, e poco, pochissimo, per prevenirli. «Voglio dare forza a me stesso e lanciare un messaggio di speranza per coloro che si trovano nella mia stessa situazione e che la speranza l’hanno già persa», aveva detto. Avessimo delle rose in mano terremmo le spine e gli lanceremmo il resto. Non per la ballata, ma per la lezione, per l’educazione alla lotta e alla speranza di cui tutti i giorni raccogliamo i cocci con dentro le storie come quelle di Alessio. Anche se la sua storia l’abbiamo vista dal buco della serratura è innegabile che per un attimo avevamo anche un uomo per il quale tifare. Lui lo chiamava “mostro” quel maledetto tumore. Un mostro che l’ha fagocitato non senza un’ardua ed un elegante lotta a colpi di allongé e brisé. Ora Alessio si starà esibendo su un qualche palco lontano da noi. Gli sia lieve il palco sotto i piedi e fragoroso l’applauso al suo talento per la vita. Anche se in punta di piedi.
Aforisma: Io non ho bisogno di denaro. “Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”. Alda Merini, Che la terra ti sia finalmente lieve.
Musiche: Sufjan Stevens – Casimir Pulaski Day