È il più grande disastro ferroviario avvenuto in Italia, ma paradossalmente è anche quello di cui si parla di meno. Oggi la strage del treno di Balvano compie 70 anni, ma da allora non si è mai arrivati ad una verità né tantomeno il Paese ricorda la tremenda tragedia con alcuna cerimonia. Molte persone non rividero più i familiari: in centinaia, infatti, furono sepolti in fosse comuni, altri addirittura mai identificati. Anche i numeri della tragedia sono rimasti non del tutto conosciuti: le stime sono varie, tutte intorno ai 500. Una strage in cui morirono anche 14 cittadini di Boscoreale, 12 di Boscotrecase ed un poggiomarinese (in basso l’elenco dei nomi ndr) e dove persero la vita centinaia di persone – uomini, donne e bambini – provenienti dal Napoletano e dal Salernitano.

Il 3 marzo del 1944, dunque, fu un giorno che puzzò di morte, quella atroce e silenziosa. Il disastro, infatti, non avvenne per un deragliamento o per un impatto: bensì a causa del monossido di carbonio sprigionato dalle locomotrici a vapore. Il tratto da Battipaglia a Potenza, purtroppo, non era ancora dotato dell’impianto elettrico. Dubbi enormi per la tragedia ci sono anche a riguardo del carbone utilizzato, probabilmente di scarsa qualità e che contribuì alla creazione delle camere a gas nelle carrozze del convoglio. Il treno, infatti, una volta arrivato alla galleria che precede la stazione di Balvano non riuscì più a trasportare il peso che aveva a bordo. I binari erano, e sono tuttora, in ripida salita: era notte e l’umidità faceva scivolare il mezzo. I macchinisti provarono in tutti i modi ad uscire da quella maledetta galleria, ma lo sforzo del treno ed il carbone bruciato in grandi quantità avvelenarono i passeggeri ed il personale.

Si salvarono solo le persone che si trovavano nelle due carrozze in fondo al convoglio, dove arrivava ancora aria dall’esterno, mentre tutti gli altri persero la vita: alcuni direttamente nel sonno. Sotto accusa finirono sin da subito i controlli delle Ferrovie, rei di avere fatto salire a bordo alcune centinaia di persone senza biglietto, appesantendo mortalmente il convoglio. Era il periodo della guerra e dal Napoletano in tanti viaggiavano verso Potenza con la speranza di trovare generi alimentari in cambio di sigari e caffè distribuiti dagli americani.

L’allarme arrivò intorno alle 5 del mattino del 3 marzo 1944, il treno 8017 era atteso due ore prima in stazione ma restò bloccato nella “Galleria delle Armi”. Alle 8 Balvano diventò un cimitero: i corpi senza vita furono allineati sulla banchina, sepolti il giorno dopo – e senza alcun funerale – in quattro fosse comuni. Nessuno ha mai pagato per questa strage.

LE 27 VITTIME DEL VESUVIANO

Cirillo Antonio, 32 anni, di Poggiomarino

Brancaccio Giulietta, in Francione, 44 anni, di Boscotrecase

Carotenuto Carmela, 17 anni di Boscotrecase

Carotenuto Maria, 33 anni, di Boscotrecase

D’Aquino Luca, 34 anni, di Boscotrecase

Esposito Giuseppe, 34 anni, di Boscotrecase

Favorito Luigi, 41 anni, di Boscotrecase

Izzo Antonio, 17 anni, di Boscotrecase

Marrone Carmine, 40 anni, di Boscotrecase

Matrone Giuseppe, 42 anni, di Boscotrecase

Matrone Vincenzo, 11 anni, di Boscotrecase

Renis Carmine, 11 anni, di Boscotrecase

Russo Giuseppe, 27 anni, di Boscotrecase

Annunziata Gelsomina, 44 anni, di Boscoreale

Aquino Luigi, 19 anni, di Boscoreale

Bello Teresa, 17 anni, di Boscoreale

Brancaccio Raffaele, 16 anni, di Boscoreale

Cirillo Luisa, 21 anni, di Boscoreale

Esposito Vincenzo, 32 anni, di Boscoreale

Forte Antonietta, 37 anni, di Boscoreale

Matrone Antonio, 16 anni, di Boscoreale

Matrone Raffaele, 46 anni, di Boscoreale

Panariello Michele, 15 anni, di Boscoreale

Panariello Salvatore, 13 anni, di Boscoreale

Panariello Vincenzo, 40 anni, di Boscoreale

Vitiello Antonio, 30 anni, di Boscoreale

Vitiello Gennaro, 33 anni, di Boscoreale

L’ELENCO DEI MORTI COMUNE PER COMUNE

Agerola, 4 vittime.

Angri, 6 vittime.

Anzi, 2 vittime.

Aversa, 1 vittima.

Baragiano, 1 vittima.

Baronissi, 8 vittime.

Barano d’Ischia, 1 vittima.

Battipaglia, 3 vittime.

Benevento, 1 vittima.

Boscoreale, 14 vittime.

Boscotrecase, 12 vittime.

Cariati, 1 vittima.

Cassino, 3 vittime.

Castellammare di Stabia, 27 vittime.

Cava de’ Tirreni, 35 vittime.

Centola, 1 vittima.

Cercola,1 vittima.

Curtarola, 1 vittima.

Eboli, 1 vittima.

Ercolano, 2 vittime.

Gannasfatica, 1 vittima.

Gragnano, 8 vittime.

Loreto, 1 vittima.

Maiori, 3 vittime.

Marglianella, 1 vittima.

Marigliano, 1 vittima.

Massalubrense, 1 vittima.

Mignano, 1 vittima.

Minori, 1 vittima.

Modica, 1 vittima

Muro Lucano, 11 vittime.

Napoli, 11 vittime.

Nocera Inferiore, 25 vittime.

Nocera Superiore, 4 vittime.

Pagani, 12 vittime.

Pellezzano, 2 vittime.

Picerno, 2 vittime.

Piedimonte, 2 vittime.

Pimonte, 6 vittime.

Poggiomarino, 1 vittima.

Portici, 18 vittime.

Potenza, 1 vittima.

Resina (Ercolano) 80 vittime.

Ricigliano, 1 vittima.

Roccapiemonte, 1 vittima.

Salerno, 7 vittime.

Sant’Agnello, 1 vittima.

Sant’ Egidio di Montealbino, 14 vittime.

San Giorgio a Cremano, 3 vittime.

San Giovanni a Teduccio, 3 vittime.

San Sebastiano al Vesuvio, 1 vittima.

San Severino Rota (attuale Mercato San Severino), 4 vittime.

Sarno, 1 vittima.

Siano, 4 vittime.

Sorrento, 5 vittime.

Torre Annunziata, 10 vittime.

Torre del Greco, 28 vittime.

Torchiara, 1 vittima.

Tramonti, 1 vittima.

Vico Equense, 1 vittima.

Vietri sul Mare, 11 vittime