Chiaiano e Terzigno: un quartiere alla periferia Nord di Napoli ed un Comune alle falde del Vesuvio. Hanno due grandi analogie: i vigneti ed i frutteti e soprattutto le ex discariche, quelle aperte dallo Stato – con vere e proprie prove di forza – nel 2008, quando l’emergenza immondizia stava inghiottendo tutto e le strade vomitavano spazzatura. «Saranno controllate, sono siti di interesse strategico nazionale», tranquillizzavano i vari Bertolaso, Berlusconi ed i generali dell’Esercito. Invece, si scopre che la discarica di Chiaiano è stata realizzata attraverso ditte in forte “puzzo” di camorra. Si scopre che l’argilla e gli altri materiali erano scadenti e che probabilmente la falda acquifera del quartiere è stata avvelenata in maniera irreversibile, finendo per fare del male alla gente, finendo per distruggere l’uva e le ciliegie per cui Chiaiano era nota in tutta Italia.
Perché, dunque, gli abitanti di Terzigno e di Boscoreale dovrebbero stare tranquilli? E soprattutto perché dovrebbero credere a sindaci, amministratori, tecnici dell’Arpac e chiunque altro dice alla gente di stare sereni? Bertolaso ed i generali dell’Esercito, infatti, hanno soltanto riempito di fesserie i residenti di Chiaiano, le stesse persone che durante le proteste sono state malmenate, ferite e denunciate. Gente comune che ha provato a difendersi dal disastro dei veleni della discarica e che dopo averle buscate si ritrova oggi a vivere lo stesso dramma della Terra dei Fuochi. Con una sola profonda differenza: le discariche dovevano essere tenute d’occhio dai militari, dagli esperti e dagli uomini di Stato: persone pagate profumatamente per il loro compito. Le proteste, feroci, ci furono anche a Terzigno e Boscoreale.
Anche a loro è stato detto più volte che non c’era alcun rischio per la salute. Poi si scopre che esistono denunce in merito alle falde acquifere inquinate, si scopre ancora – ed è notizia della settimana scorsa – che viene allontanata una ditta: quella che forniva il materiale per la copertura dell’invaso. Sì, l’argilla, che era scadente come quella di Chiaiano. Insomma, un’altra analogia, terrificante, che fa inevitabilmente saltare dalla paura la povera gente che lottò contro il gelo e lo Stato per dire “basta” alla “monnezza”. Cosa deve fare il Governo, adesso, per riacquistare un briciolo di fiducia dai cittadini? Due cose molto semplici: controlli immediati e trasparenti alla falda acquifera, attraverso esperti di parte dei comitati civici; ed una bonifica veloce e reale, dove siano allontanati veramente i clan di camorra: e stavolta senza servirsi dell’Esercito. Senza “pastette all’italiana”.