Con una cerimonia sobria e suggestiva, svolta nella sede della biblioteca Comunale, alla presenza del sindaco, Aniello Giugliano, è stato sottoscritto l’Atto Costitutivo e lo Statuto del Centro Studi e Ricerche Michele D’Avino. L’urgenza di giungere alla costituzione del Centro è stata dettata dal documento di assegnazione della sede ubicata presso la Biblioteca Comunale, nel quale era perentoriamente indicato che  l’Atto costitutivo dovesse essere sottoscritto e consegnato al Comune entro il termine perentorio di venti giorni. La riunione è stata aperta con una breve relazione del professore Aniello Giugliano che è partito dalla prima idea di realizzare un Centro Studi a San Gennaro che risale agli anni Novanta, quando furono realizzati i lavori di consolidamento e restauro dell’ala conventuale un tempo adibita ad abitazioni private e a studi vari. Allora la struttura fu modificata ed adattata a funzionare come sede di Centro Culturale in modo da ospitare la sede della Biblioteca Comunale e delle Associazioni Culturali. Con le successive fasi amministrative, che hanno visto avvicendarsi amministrazioni e commissariamenti prefettizi, se da un lato pur hanno permesso di ospitare la Biblioteca, dall’altro non hanno lasciato spazi per le aggregazioni associative con danno per entrambe: le associazioni non nascevano e la Biblioteca languiva. Solo in seguito alla liberazione di alcune celle di fronte alla sede della Biblioteca è stato possibile avanzare la richiesta di costituzione di un Centro Studi a cui la Civica Amministrazione ha aderito condividendo la scelta di intitolare il Centro al compianto professore Michele D’Avino.
Giugliano ha poi evidenziato, facendo riferimento al drammatico grido di dolore lanciato da Natale Guerra  col suo libro “Smarrimenti e memorie”, come «le emergenze artistiche del territorio siano state in parte trafugate, in parte giacciono in uno stato di abbandono, per cui è necessario raccogliere il messaggio dell’amico recentemente scomparso ed attivarsi per fare in modo che alle nuove generazioni venga trasmesso il senso di appartenenza alla collettività sangennarese coi suoi valori, coi suoi personaggi, con la sua storia, al fine di proiettarsi nel futuro, partendo dal forte ancoraggio alle proprie radici. Queste ragioni, unite all’ansia di conoscenza dei giovani hanno fatto nascere l’iniziativa con lo scopo di offrire una occasione culturale alle nuove generazioni che crescono in questo territorio. I giovani saranno guidati da chi ne sa di più, da chi può dare un supporto con le sue competenze». È stato invitato a presiedere il sodalizio Natale Ammaturo, docente presso l’Università degli Studi di Salerno ed attualmente ricopre la carica di Preside della Facoltà di Sociologia.
Poi prende la parola il sindaco Giugliano che afferma di provare «stima per i giovani che si sono battuti per la costituzione del centro culturale, condivide il proposito di intitolare il Centro Studi e Ricerche all’illustre Michele D’Avino nei confronti del quale ha sempre avuto grande ammirazione in vita e venerazione dopo la dipartita». Il primo cittadino ha aderito alla concessione della sede con piacere battendosi strenuamente per liberare le sale occupate da inutili uffici sanitari, colmi di faldoni e di inutili scartoffie. Ha poi evidenziato come le difficoltà economiche del Paese hanno collocato i temi culturali in secondo ordine, cosa che comunque non dovrebbe mai accadere, ed ha espresso l’auspicio che il nuovo centro culturale possa essere da sprono per il rilancio della cultura a San Gennaro Vesuviano.
Natale Ammaturo ha ringraziato tutti gli intervenuti per la scelta della sua persona come presidente del Centro Studi e Ricerche e si sofferma ad illustrare il valore culturale e la figura di Michele D’Avino  col quale ebbe in gioventù un proficuo rapporto di collaborazione, specialmente durante la fase di costituzione e di vita del Circolo Culturale Leonardo da Vinci, che svolse una grande opera di divulgazione culturale verso i giovani e verso tutta la popolazione del circondario vesuviano. Furono anni di gloriosa militanza durante i quali alto fu tenuto il dibattito culturale nel segno della tolleranza e nel rispetto delle più diverse e svariate posizioni culturali. A quella scuola si apprese che la cultura è amore per il sapere è tolleranza e rispetto per tutti. «Ancora oggi – spiega Ammaturo – ricordo con piacere e nostalgia quegli anni che furono anche gli anni della giovinezza. Ai giovani sento di voler  trasmettere un messaggio: l’amore per la propria terra, la conoscenza della sua storia, i valori che la caratterizzano, le manifestazioni culturali e la Fiera costituiscono tutte insieme il patrimonio comune che caratterizza il modo di essere di chi su questo territorio è nato ed è cresciuto, ma guai a chiudersi e a rimanere vittime dell’immobilismo; le radici da scoprire devono servire ai giovani per spiccare il volo, il volo alto per raggiungere la meta che ciascuno si prefigge».
Infine la lettura dell’organigramma  per la gestione del Centro Studi e Ricerche Michele D’Avino e alla sottoscrizione dell’Atto costitutivo dispensando dalla lettura degli articoli della Statuto in quanto  il testo proposto era stato distribuito anticipatamente a tutti i soci fondatori.