Rischiano di finire in carcere o agli arresti domiciliari i 50 medici coinvolti nell’inchiesta sulla megatruffa alle compagnie assicurative. Il caso scoppiò in autunno, con oltre 400 persone indagate per un collaudato sistema di frodi nel settore delle Rc Auto. Dunque, dopo che il gip aveva rigettato l’arresto per i professionisti, il pubblico ministero ha presentato ricorso al Riesame chiedendo provvedimenti cautelativi per i medici finiti nell’ordinanza. A dare la notizia è il quotidiano “Roma”.
Secondo l’accusa, infatti, i camici bianchi potrebbero reiterare il reato continuando a “firmare” certificati falsi o quantomeno “gonfiati” per facilitare i rimborsi sui finti incidenti automobilistici. La bomba esplose qualche mese fa, finendo sulla pagine di tutti i giornali. Un’ordinanza enorme in cui erano precisati tutti i particolari messi in atto dall’organizzazione per raggirare le compagnie assicurative.
Le misure restrittive furono applicate a 16 persone finite in cella o agli arresti a casa e considerati le menti del gruppo, mentre il danno economico calcolato si aggirerebbe intorno ai quattro milioni di euro. Tra gli ospedali coinvolti ci sarebbero il Santa Maria della Pietà di Nola, il Peluso di Pollena Trocchia ed il Loreto Mare ed il Cardarelli di Napoli. A finire nei guai in centinaia tra avvocati, testimoni e cittadini di Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano, Nola, San Gennaro Vesuviano, Terzigno e Ottaviano.