Un uomo perde il lavoro e resta vedovo. Oltre alla sua convivente che lo lascia, è costretto a prendersi cura dei suoi due giovani figli e di una nipotina. Le cose però cambiano, quando nella vita dell’uomo fa il suo ingresso una vicina di casa con un lavoro, e un passato, tutto da scoprire.

Sembra che Carlo Verdone, da qualche film (precisamente da Grande, grosso e Verdone del 2008), stia seguendo un percorso tematico ben preciso. Sembra, infatti, che una figura, quella del “padre”, aleggi nelle trame delle sue pellicole, come una sorta di ago della bussola da cui spostare/influenzare tutti i personaggi. Anche stavolta la musica sembra non cambiare, nel suo nuovo film da regista, Sotto una buona stella. E a pensarci bene, già in Tutta colpa di Freud, eravamo di fronte a un “padre” che combatteva non solo contro le figlie, ma, soprattutto, la sua personale battaglia contro l’Amore. In realtà, nella nuova regia verdoniana, sembra ci sia qualcosa di simile al film di Paolo Genovese, strutturato (ma forse non scritto) in maniera leggermente migliore. Il merito, però, non va certo alla sceneggiatura: imperfetta e prevedibilissima, scritta non solo dal regista e dal fidatissimo Pasquale Plastino (da Verdone fin dai tempi di Sono pazzo di Iris Blond), ma anche dagli esordienti Maruska Albertazzi e Gabriele Pignotta, che non riesce a sfruttare al massimo un tema forse troppo caro a Verdone (si pensi a Posti in piedi in Paradiso, dove è comunque un padre in crisi), ma che invece dice la sua (a tratti però in maniera anche irritante) sulla questione crisi/lavoro/famiglia del nuovo millennio.

Non restano impresse nemmeno le interpretazioni degli attori coprotagonisti, ingabbiati in ruoli a volte ad altissima prevedibilità e con fin troppo piccoli accenni di sviluppi psicologici: Tea Falco (non dimentichiamo però la sua performance in Io e te di Bertolucci), Lorenzo Richelmy (senza spessore e poca energia, in un ruolo, quello del figlio, che poteva edere davvero sviluppato meglio) ed Eleonora Sergio (bella, ma con poca grinta, nel ruolo della fidanzata di Verdone). Tengono a galla la barca, però, l’interpretazione da mattatore di Carlo Verdone (che sembra scherzare con lo spettatore e i suoi fan, creando un personaggio che sembra racchiudere tutte le sue maschere più famose, dal timido “Mimmo” all’odioso, saccente “Furio”) coadiuvato da una spalla eccellente: Paola Cortellesi, che a tratti supera il Carlo nazionale e che, nonostante il suo “tardo” ingresso all’interno della pellicola, regala una performance a tratti impeccabile. Purtroppo, come si diceva, a volte la prevedibilità è dietro l’angolo e alcune situazioni da “famiglia allargata” sembrano un po’ fin troppo aleatorie. Oltre ad alcuni momenti azzaccatissimi, però, dove si ride di gusto (e non solo), il film di Verdone ha dalla sua una regia molto interessante. Intanto non scordiamoci che alla fotografia c’è lo straordinario Ennio Guarnieri, classe 1930, che ha militato nella migliore cinematografia nazionale (un nome su tutti: Il giardino dei Finzi Contini di De Sica). Verdone, grazie appunto a una direzione della fotografia ottima e a un uso attentissimo della macchina da presa, fin dal momento in cui il film inizia (con una porta che si apre, tema centrale quello delle porte in questa pellicola), sembra voglia far sviluppare gli eventi come una sorta di performance teatrale: con immaginarie quinte, porte/sipari che si aprono, attori che hanno spazi scenici precisi, azione ridotta all’osso. Aspetto, inoltre, enfatizzato dalla “voce narrante”, meccanismo che porta, comunque a una sorta di “guida spettaoriale” teatrale (si pensi alla sequenza della morte della moglie, girata in maniera perfetta). Sorprende ed emoziona, infine, il brano titolato Sotto una buona stella, interpretata dal convincente Michele Bravi: il VIDEO, in realtà, regala una sorta di extra alla pellicola stessa, con a una spassosa torta preparata dalla coppia Verdone-Cortellesi. Sotto una buona stella, comunque, regala non poche emozioni, come il grande Verdone sa ancora fare, in bilico su quel sottilissimo confine che divide la lacrima e il sorriso.

Si ride, infatti, in molti punti, ma sempre con quell’aroma di critica e malinconia (si pensi alla sequenza del provino musicale, grande satira su tutto il mercato musicale odierno o sui battibecchi con i figli, altro sguardo impietoso sulla questione “conflitto generazionale” che ben pochi sanno mettere in scena), tipiche del verdone-pensiero e che lo hanno caratterizzato fin dagli esordi dietro la macchina da presa. Da vedere per sorridere, dei nostri tempi e delle nostre “paternità”, a denti stretti.

Potrete vedere Sotto una buona stella in queste sale:

-NAPOLI

America Hall

La Perla Multisala

Med Maxicinema The Space Cinema

Metropolitan

Modernissimo

-NOLA

Multisala Savoia

The Space Cinema Vulcano Buono

-AFRAGOLA

Happy Maxicinema

-CAPRI

Paradiso

-CASALNUOVO

Magic Vision

-CASORIA

Uci Cinemas

-CASTELLAMARE DI STABIA

Complesso Stabia Hall

-POZZUOLI

Multisala Sofia

-TORRE DEL GRECO

Multisala  Corallo

-SALERNO

The Space Cinema Salerno

San Demetrio