«Le giornate del 12 e 13 febbraio sono state a dir poco roventi per la politica italiana». Parola di Federico Menna, coordinatore provinciale di Napoli per la “Giovane Italia”. «Siamo in un Paese – continua – che si professa, almeno in apparenza, democratico. Come e fino a quando potrebbe il “rottamatore” Renzi governarlo senza ricevere il consenso dei propri elettori e con il supporto del suo stesso partito che storicamente fagocita il proprio leader sistematicamente? Vien quasi da pensare a Mark Twain quando affermava “Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare!”. Renzi si spaccia come il nuovo che avanza utilizzando metodi della vecchia politica: un’andamento del tutto controproducente. Nulla di piu errato! In pochi mesi ha gettato la maschera mostrando il volto peggiore della malapolitica».
«Sia chiaro – aggiunge Menna – il suo Governo non sarebbe altro che il frutto di una congiura di palazzo! In una realtà di impossibilità di mutare le cose in meglio, pur con la certezza che nel peggio c’è l’opportunità di progredire, lascia perplessi la spocchia che il sindaco di Firenze dimostra credendosi all’altezza di fare ciò che non è stato semplice per i suoi predecessori e parimenti, terrorizza la sicurezza con la quale egli afferma di riuscire “a far uscire il Paese dalla palude”, senza spiegare in che modo. Al di là di queste considerazioni, di certo non infondate, appare tristemente prevedibile che Renzi farà un buco nell’acqua, senza riuscire a spostare fino al 2018 il suo orizzonte temporale, a prescindere dal suo talento di affabulatore con l’attitudine al comando. Sarà il terzo presidente del consiglio consecutivo nominato ma non eletto, non dimenticando che il regista di questa parentesi della “democrazia” è nientemeno che il Presidente della Repubblica! Il Pd e il suo segretario non sono mossi da altro se non da interessi personali, dall’avarizia di poltrone, non dando priorità alle esigenze degli italiani ed ai loro bisogni, senza dar conto alle necessità della collettività che subisce gli effetti di una crisi economica-finanziaria che morde ferocemente la società civile, ma perseguendo egoisticamente solo le proprie ambizioni individuali».
«Se fosse stata questa una manovra del centro destra avrebbero gridato allo scandalo e alla vergogna, effetti di un doppiopesismo latente nel trattare le vicende dei due schieramenti politici contrapposti. La Giovane Italia della Provincia di Napoli – chiede infine attraverso il suo coordinatore – con lo scopo di provare a considerare nuovamente l’Italia un Paese in cui la parola democrazia abbia davvero un senso e non sia banalmente un vessillo da agitare strumentalmente a proprio uso e consumo, di ridare al popolo italiano la possibilità di scegliere il proprio premier. “Non rinunciamo al nostro diritto di scegliere, non lasciamo che calpestino la nostra dignità! Il popolo italiano deve riaffermare la propria sovranità».