Il progetto “Città del fanciullo” dovrebbe ospitare una sala conferenza, una biblioteca, una ludoteca, una sala studio e il museo archeologico. Terzigno avrà la possibilità di esporre i preziosi reperti provenienti dai siti archeologici rinvenuti nel corso di questi anni di scavi delle ville romane, ora custoditi presso i depositi della Soprintendenza Archeologica di Pompei.

L’allora sindaco Auricchio, firmò un Protocollo d’Intesa con la Soprintendenza per il trasferimento dei reperti di epoca romana nei locali della “Città del fanciullo”. La creazione di quest’area del museo rappresenta per Terzigno un’occasione di spessore scientifico sia in ambito regionale sia in quello nazionale. Il museo è inteso come centro culturale, la partenza per conoscere le meraviglie del luogo. Il progetto, poi, prevedeva il recupero della Cava Ranieri, che dovrebbe rappresentare lo sviluppo economico della cittadina vesuviana per un percorso storico (ville romane) culturale (ritrovamenti dei reperti archeologici/visita dei siti) ambientale (ahimè le bellezze del parco, dalla flora alla fauna locale).

È pur vero che la bellezza dei ritrovamenti del passato, la volontà di bere alla fonte della sapienza non sono stati elementi fondamentali per fermare la realizzazione della discarica in pieno Parco, ma è pur vero che non bisogna fermarsi e offrire al turista stesso un percorso alternativo. Il progetto ha subito un notevole rallentamento, dopo l’esecuzione iniziale dei lavori, grazie alla prima trance finanziata dai fondi europei veicolati dalla Regione, i finanziamenti si sono bloccati. L’amministrazione comunale ha anticipato dei soldi ma non sono bastati per completare l’opera, e adesso si rischia di avere una struttura quasi pronta e non poterla utilizzare.

Fra qualche settimana sarà allestita una mostra fotografica per permettere ai cittadini di Terzigno e dei paesi limitrofi di conoscere queste meraviglie nonché una pacifica protesta per sapere dove e verso quale canale sono indirizzati la restante parte del finanziamento. Terzigno ha bisogno dell’apertura del museo e la Regione deve garantire la conservazione di reperti anche attraverso l’apertura ai privati e solo così facendo si possono conservare i preziosi che rappresentano la storia di un Paese.