Il mare non è in tempesta, ma una grossa nave turistica sembra voler investire tutti coloro guardano quella scena. È un naufragio che miete vittime, scena di cruda attualità, come attuale è la figura, appena percepibile, di un Papa che offre al mare una corona. Scene che contrastano efficacemente con quelle di veri giocolieri, ingaggiati per dare un tocco ulteriore di realismo alla piazza medioevale.  Torna così, a cura dell’associazione “Giocondi”, il Presepe Vivente al borgo Sant’Antonio, nella notte, 24 dicembre, per festeggiare poi in piazza la natività. «Per comprendere al meglio il Presepe Vivente 2013, bisogna abbandonare completamente l’idea della nostra classica rappresentazione – spiegano i Giocondi e Luigi De Simone – perché quest’anno il Presepe di riferimento non sarà quello classico del ‘700 napoletano, ma sarà costruito sull’idea dell’essenziale e della povertà. Sarà un viaggio nel tempo: si inizierà con un richiamo alla nostra tradizione, si passerà poi dal Paradiso Terrestre al medioevo fino a culminare nella storia più contemporanea con la tragedia di Lampedusa. Anche quest’anno sarà coinvolto tutto il borgo antico di Sant’Anastasia, che ormai è parte integrante dell’evento. Il percorso, infatti, si snoderà tra i vicoli di: via S. Eligio con il “Presepe nel Presepe”, il Paradiso terrestre, le statue viventi, il Mistero dell’Annunciazione; via Padre Massimiliano Kolbe con l’area medioevale (tintori, lavorazione creta, armiere, bottega, piazza e giocolieri); via Padre Michele Abete con venditori di piazza e mangiafuoco; via S. Antonio con la tragedia e la speranza (San Francesco, convivio, naufragio o Lampedusa). I temi portanti vanno dalla creazione alla venuta di Cristo, il suo percorso nella storia, la nuova attesa e, in piazza, la conclusione e l’inizio, con la natività dopo la messa di mezzanotte».
L’evento atteso che ha varcato i limiti geografici di Sant’Anastasia – arriveranno anche pullman di turisti – è ormai un rito “antico” che puntualmente si rinnova con una magia che viene da lontano e che ogni volta affascina chi assiste alle suggestive scene “viventi” del presepe, condite di musica e canti. Le innovazioni di quest’anno sono tutte da scoprire, ma resta “storico e tradizionale” il luogo che più di tutti in paese si presta ad accoglierlo: il centro storico del Borgo Sant’Antonio, uno dei più belli – trasformato dal regista Luigi De Simone in un ampio grande palcoscenico. Nulla dunque quest’anno sarà scontato, tranne l’accesso consigliato ai visitatori, via Sant’Eligio per calarsi in ogni vicolo, sulla paglia sparsa sul selciato, con gli animali appena infastiditi dalle musiche, le torce, calore e luci discrete e soffuse in attesa della Luce della nascita, che irrompe sul buio di ciascuno e rinvigorisce la speranza.
Attualmente i figuranti sono circa 130 che ricoprono tutte le fasce di età e classi sociali; vi è la presenza di un apposito staff tecnico interno all’associazione di circa 10 persone suddiviso in settori quali musiche, costumi, scenografie, segreteria, casermaggio, pubbliche relazioni, coordinamento scenico e burocratico economico. Infine vi è un settore altamente qualificato che si occupa di luci, audio e video e un settore specifico per le foto. L’associazione è interamente autofinanziata da soci o da qualche anonimo benefattore, anche se l’evento è, da qualche anno, istituzionalizzato e finanziato, in parte, dal Comune di Sant’Anastasia. «Il presepe vivente è una realtà locale che negli anni si è affermato a tal punto da essere istituzionalizzato dal Comune. È un evento ormai consolidato a Sant’Anastasia – dice il commissario prefettizio, Anna Nigro – ed ha contenuti tradizionali ed artistici, con un intero borgo storico che diventa un set, tali da potersi presentare all’attenzione dei visitatori sia come messaggio religioso che culturale».