«Quanto affermato dal Comune di Terzigno, e sottoscritto dal sindaco Pagano, è totalmente errato, poiché la relazione, di cui possiedo la copia conforme, attribuisce “il superamento dei limiti, sistematicamente e a partire dal mese di aprile 2012, in tutti i pozzi di monitoraggio, per il tricloropropano ed il dibromoetano, descritta nella relazione di gestione 2012, a pagina 22”». È la controreplica dell’avvocato ambientalista, Maria Rosaria Esposito, che aveva lanciato l’allarme a riguardo dell’inquinamento della falda acquifera di Terzigno.
Dopo la smentita del palazzo comunale, infatti, il legale torna al contrattacco sottolineando alcuni aspetti sulla risposta del Comune che sembra considerare non veritiera. «Il sindaco – dice ancora Esposito – dichiara esattamente il contrario, così come afferma di aver pubblicato “subito” sul sito istituzionale la relazione dell’Arpac, mentre la pubblicazione dell’8 novembre è avvenuta a ben cinque mesi dal ricevimento da parte del Comune di Terzigno e solo successivamente alle notizie allarmanti pubblicate dal Fatto Quotidiano e da altri organi di informazione il 3 novembre».
Dunque continua il botta e risposta tra gli “ambientalisti” ed il primo cittadino che nei giorni scorsi aveva parlato di “inutili allarmismi”. L’oggetto del contendere resta quindi l’ex discarica di Cavi Sari contro cui i comitati continuano a nutrire grossi dubbi in merita agli strascichi velenosi lasciati sul territorio.