«Abbiamo sotterrato rifiuti tossici fino a Nola. Noi Casalesi avevamo l’appalto per la realizzazione della superstrada che conduce a Caserta e gli scavi si estendevano fino a Nola». Non è più un segreto di Stato l’audizione dell’ex pentito di camorra, Carmine Schiavone, e nelle 63 pagine redatte dall’allora commissione parlamentare d’inchiesta il boss parla anche dell’area Nolana quale “culla” dei fusti tossici sotterrati dai clan nel “triangolo della morte”. Dunque, quelli che finora erano sospetti diventano adesso realtà.
Carmine Schiavone lo aveva detto già nel 1997, e affonda ancora il colpo. Il presidente della commissione, infatti, gli chiede se erano state intaccate le falde acquifere. Ed il collaboratore di giustizia risponde: «Siamo andati anche oltre, è tutto inquinato». Insomma, una vera e propria “bomba di veleni” che da Nola si estende anche nelle vicine località e coltivazioni ormai da vent’anni ammorbate da chissà qualche scarto tossico.
«Negli scavi della superstrada – dice ancora il boss casalese – dovevamo gettare i reflui dei Regi Lagni, ma alla fine utilizzammo questo fanghi soltanto per coprire i rifiuti che arrivavano dal Nord e dalla Germania. In alcuni fusti c’era anche materiale radioattivo e noi interravamo tutto a partire da 15 metri per arrivare ad un massimo di 30».