A questo punto si teme davvero per la vita di Pier Paolo Marone, il 37enne di Pompei scomparso dieci giorni fa dalla città mariana. L’uomo era uscito di casa per una commissione e non ha più fatto ritorno. Inutili, finora, gli appelli dei familiari, le ricerche delle forze dell’ordine e quelle della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. Adesso, dunque, non si può trascurare alcuna pista, nemmeno quella più tremenda. Partono così le ricerche nel letto del fiume Sarno che fino ad oggi non erano state prese seriamente in considerazione. Tuttavia, fanno sapere gli investigatori, non c’è alcuna certezza che il 37enne si sia gettato oppure sia caduto nel corso d’acqua.
Naturalmente, trovarlo nel Sarno vorrebbe dire perdere ogni speranza. Ma la famiglia e gli amici sono però convinti del contrario e chiedono agli uomini in divisa di insistere soprattutto sulle altre ipotesi. Sono state allertate, nel frattempo, le mense Caritas di mezza Campania per capire se Marone si sia fatto vivo per nutrirsi o per cercare un luogo dove trovare riparo. E dopo le ispezioni intorno al fiume, nella tarda mattina le operazioni si sono fatte più concrete. Personale del soccorso subacqueo acquatico di Napoli, infatti, insieme ad una pattuglia dei carabinieri della locale stazione, hanno iniziato a setacciare il corso d’acqua nel tratto che costeggia via Ripuaria a Castellammare di Stabia.
Le ricerche in questo tratto di fiume sono state prese in esame dagli investigatori dopo che un testimone ha raccontato di aver visto Pier Paolo su un cavalcavia che sovrasta un piccolo canale. Al momento, però, le ricerche non hanno ancora dato alcun esito. Pompei, naturalmente, è in forte fibrillazione per le sorti dell’uomo che era tornato in città da alcuni mesi dopo essere stato licenziato dall’azienda in Emilia Romagna per cui lavorava.