Claudio D’Alessio, sindaco di Pompei riconfermato a maggio 2009 alla guida di una coalizione di centrosinistra, è indagato per concussione dalla procura di Torre Annunziata. Con lui, destinatario di un avviso di conclusione delle indagini è anche il comandante della polizia municipale, Gaetano Petrocelli, cui è contestato l’abuso d’ufficio. La vicenda riguarda soldi pretesi da D’Alessio «come contributo al partito di appartenenza» da un imprenditore, Natale Russo, titolare della società Parking Plinio, che per il Comune effettua servizi di rimozione e custodia veicoli. Se non avesse pagato, dicono i pm, la minaccia era la revoca dell’appalto.
L’indagine dei pm Rosa Annunziata e Mariangela Magariello, portata avanti dai carabinieri, indica che il primo cittadino della città degli Scavi «compiva atti idonei diretti in modo non equivoco» a costringere l’imprenditore a versare una somma pari al 20% del credito maturato con il Comune per i servizi espletati, paventando l’interruzione dell’appalto e il mancato pagamento delle fatture in caso di diniego.
D’Alessio, poi, insieme a Petrocelli, nonostante un procedimento amministrativo che dava ragione a Russo sui crediti avanzati e consigliava di andare verso una transazione per ridurre la situazione debitoria del Comune, dilazionò artatamente la conclusione della vicenda, nominando un consulente esterno per reiterare l’intero iter e poi disattese le richieste sorrette da un titolo idoneo. Ora i due indagati hanno 20 giorni per presentare eventuali memorie, documentazioni investigative di difesa, o rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.