L’8 settembre 1943, ovvero settant’anni or sono, l’armistizio firmato dal Comando militare italiano poneva fine ad un’ impari lotta, risparmiando ulteriori lutti e stenti ad una nazione stremata dalla guerra voluta dal regime fascista. Iniziava con la Resistenza il nuovo risorgimento italiano che avrebbe liberato il Paese e alimentato lo spirito democratico che avrebbe portato alla nascita delle Repubblica Italiana e che è alla base della nostra Costituzione.
L’11 settembre, a Nola, nello stesso luogo dove nel 1820 erano partiti i moti rivoluzionari capitanati da Morelli, Silvati e Minichini, scoccò la scintilla della ribellione contro gli occupanti tedeschi. La rappresaglia nazista si scatenò contro 10 ufficiali della Caserma Duca D’Aosta, trucidati a colpi di mitraglia in Piazza d’Armi. Alle vittime militari si aggiunsero anche due civili nolani.
In questi giorni è uscito un libro, scritto da Alberto Liguoro, con il titolo “Nola cronaca dell’eccidio”. Una guarnigione italiana viene disarmata con l’inganno e posta sotto la minaccia delle armi. Gli ufficiali sono in fila davanti al muro di cinta, sono loro i prescelti che dovranno pagare per la morte, avvenuta il 10 settembre al termine di uno scambio a fuoco, d’un ufficiale tedesco. Tra gli italiani al muro c’è il padre dell’autore di questo libro, che sarebbe nato sei mesi dopo la strage di Nola.
Il libro è la cronaca dall’interno di quelle anime mandate al macello dalla crudeltà degli occupanti e dalla pochezza di chi a quel tempo governava l’Italia. Ma è, questa pubblicazione, anche un immenso atto d’amore di un bambino verso i suoi genitori persi per sempre e di un cittadino nel nome della verità. Al di fuori di ogni propaganda. Un libro da leggere e da amare, di sangue e di poesia, di dolore e di ottimismo: questo ci consegna Alberto Liguoro. Perché la storia non si dimentica e va raccontata, ci aiuta a non commettere nuovi orrori e a trasmettere importanti valori.