Un regista sfortunato decide di far finanziare il proprio film entrando negli studios, minacciando un produttore e costringendolo ad ascoltare la sua trama. Il film sarebbe composto da tantissimi mini episodi e situazioni surreali che dovrebbero rispecchiare la società americana attuale. Le cose però ben presto si rivelano ben diverse.
Mi hanno insegnato che ogni pellicola, qualunque, deve essere vista fino alla fine, per darne una valutazione quanto più completa e rispettosa possibile. Vi giuro che ci ho provato, davvero, con tutte le mie forze. E alla fine del film ci sono arrivato, ma con tanta, troppa sofferenza. Mi spiace, ma questa settimana, la nostra rubrica cinematografica non ha nulla da dire, se non che il nuovo film di Peter Farrelly, Comic Movie, (annunciata dal marketing italiano come “La migliore commedia di tutti i tempi”) è davvero orrendo.
L’unica mancanza di rispetto mi sembra che ci sia verso lo spettatore, costretto a pagare e sorbirsi un’ora e mezza di peti, vomito, battute volgarissime e scontate, immagini forti e riferimenti fin troppo, troppo espliciti. E, devo ammetterlo, la speranza era alta: un cast stellare che tra camei e apparizioni conta 43 big dello star system hollywoodiano (a questo si riferisce probabilmente il titolo originale Movie 43) e un manipolo di registi e sceneggiatori (uno peggiore dell’altro), all’opera sotto l’ala protettrice di Farrelly. E se, davvero, c’è un tentativo di fare critica o satira sul mondo della cinematografia e dell’universo patinato di Hollywood, è qualcosa di talmente nascosto bene e mal diretto che non riesce nemmeno a nascere nemmeno l’idea della critica in sé. Eppure i Farrelly di cose “carine” ne hanno fatte: Scemo & più scemo (di cui sembrerebbe essere in atto il secondo capitolo con Jim Carrey), Tutti pazzi per Mary o Io, me e Irene, caratterizzandosi sempre per il loro gusto satirico, demenziale e paradossale al limite del dicibile e del politically incorrect. Stavolta la macchina però, si è inceppata, cadendo in una spirale senza senso di episodi inutili e stupidi, senza nessun filo conduttore, nessuna tematica unitaria, nulla di nulla: sesso, volgarità e nefandezze varie che fanno sembrare, a confronto, American Pie e Scary Movie (o il recente Facciamola finita) degli immensi capolavori. Probabilmente gli unici episodi ben diretti (e meno irritanti) sono proprio quelli di Farrelly: il primo, che ha il compito di presentare i protagonisti (con un Dennis Quaid nella più brutta interpretazione della sua vita); il secondo Appuntamento al buio con Kate Winslet (sì proprio lei!) alle prese con un “particolarissimo” problema al collo di Hugh Jackman e infine Obbligo o verità con una affascinante Halle Berry. E va bene, ci sta pure che tutti questi attori (tra i quali, tra i più noti, Richard Gere, Naomi Watts, Emma Stone, Uma Thurman, Seth MacFarlane) cerchino di fare auto-critica/satira/lesionismo, ma si ci chiede continuamente “Perché diavolo hanno accettato?”. In mente mi risuonano plagi, altri film simili, ma sicuramente strutturati, scritti, interpretati un pochino meglio ( a caso: The Groove Tube di Ken Shapiro o Ridere per ridere, cult demenziale diretto da John Landis o, infine, l’italiano E adesso sesso dei fratelli Vanzina) e ancora omaggi o parodie (evidenti negli episodi in stile horror con Gerard Butler nella parte di uno gnomo [sic!] e in quello finale, con Elizabeth Banks, che omaggia film come Ted o Garfield, in chiave naturalmente sempre fin troppo volgare o in quello, forse tra i più riusciti, dove si parodizza sui film “sportivi” americani e sulla classica sequenza del discorso dell’allenatore al team interpretato da Terrence Howard).
Divertente anche l’episodio diretto da James Duffy con un timido Robin che, a uno speed date, viene infastidito da un ingombrante Batman: una bella satira sul mondo dei fumetti e della serie tv anni ’60 con Adam West. Fotografia innominabile, colonna sonora inesistente. Un noto critico cinematografico americano ha etichettato Comic Movie come il “Citizen Kane dell’orribile”. Bisognerebbe chiedersi invece perché la “commedia” americana sta andando sempre più verso il baratro e si spendano soldi per prodotti come questo e si lasciano senza finanziamenti, e soprattutto senza distribuzione, lavori molto, molto, molto più meritevoli. Per Il Cinefatto, Comic Movie vince la statuetta di film più brutto di sempre (e ne ho visti…).