Dopo Striano, anche Poggiomarino pronuncia un dissenso bipartisan contro il “Grande Progetto Sarno”, almeno per la parte che riguarda la porzione di territorio che comprende i due Comuni. Stasera alle 20 si terrà infatti un consiglio comunale per discutere del progetto di riqualificazione e recupero del fiume. Sarà inviato un documento alla Regione Campania che, salvo sorprese, conterrà osservazioni approvate da maggioranza e opposizione sul megaprogetto di bonifica.  Si tratta di un lavoro da 200 milioni di euro, di cui si sta occupando l’Arcadis (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) per conto della Regione.
Ma il progetto, che dovrebbe “salvare” città da sempre penalizzate dagli allagamenti e dall’inquinamento del Sarno, come Castellammare di Stabia, Scafati e Torre Annunziata, fa arrabbiare i centri piccoli, come Striano e Poggiomarino. Previste  vasche di contenimento delle acque che potrebbero trasformare la zona in un’enorme palude. Allagamenti controllati, insomma, per evitare che si verifichino altrove quelli naturali. Lavori che per essere realizzati prevedono il sacrificio di ettari di campagna. E poi, chi farà la manutenzione della vasca? Chi eviterà che si trasformi in discarica a cielo aperto? Queste le perplessità dei due Comuni.
Dice Rossella Vorraro, esponente del Pdl a Poggiomarino: «Alle istituzioni chiediamo la valorizzazione del territorio, non la sua mortificazione. Ci aspettiamo un rilancio dell’agricoltura, oltre che del sito archeologico della Longola. Questo progetto non va in questa direzione e, pertanto, non ci convince. Alla Regione proponiamo di usare questi fondi per il dragaggio del fiume, operazione decisamente più utile». «Non contestiamo il progetto di bonifica del fiume, ma il possibile spreco di denaro ed il rischio di rovinare un intero territorio. Chiediamo alla Regione di pensarci e fare tutte le valutazioni del caso, prima di andare avanti. La difesa del territorio è una priorità di questa amministrazione», aggiunge il capogruppo Pd a Poggiomarino Antonio De Marco.