Centinaia di turisti costretti a rinunciare alla visita agli scavi di Pompei, danni enormi per i gruppi organizzati e oltre due ore di fila sotto il sole per acquistare i biglietti di ingresso agli Scavi nell’unica biglietteria funzionante. A denunciarlo, in una nota, sono la Camera di Commercio e gli operatori turistici di Napoli. «Una vergogna per l’intero sistema turistico nazionale – afferma il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni – che dura da più di due mesi, secondo le associazioni imprenditoriali degli agenti di viaggio e delle rappresentanze delle guide turistiche, costrette queste ultime ad annullare le visite per i tempi lunghissimi di attesa alla biglietteria».
Il presidente dell’ente camerale partenopeo ha lanciato un appello alla Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei affinché venga affrontata, in tempi stretti, quest’emergenza che «può fare molti più danni di un crollo e rischia di dare il colpo finale d’immagine ad uno dei posti più ricchi di storia e più visitati al mondo». Dello stesso parere anche il presidente della Fiavet-Campania, Ettore Cucari: «Stiamo vivendo una situazione irreale, con code lunghissime sotto il sole e turisti che sono costretti ad abbandonare l’unica fila per l’ingresso agli Scavi. Attualmente non è prevista la prenotazione online e anche per i gruppi è necessario convertire i voucher esclusivamente presso l’unico sportello aperto al pubblico. Così si respinge il turismo – aggiunge Cucari – e si cancella ogni sforzo per rendere l’area metropolitana di Napoli più accogliente e competitiva con altre realtà territoriali che non possono contare su enormi tesori a cielo aperto come Pompei».
Per Vincenzo Schiavo, presidente di Assoturismo Campania, si tratta di «un danno incalcolabile non solo per Pompei ma per la cultura italiana intera, perché abbandonare centinaia di turisti sotto al sole per ore in un’area archeologica visitata da oltre 2,3 milioni di turisti all’anno è uno scempio nazionale che richiede un intervento immediato del Governo».