Hansel e Gretel, fratello e sorella, vengono abbandonati nel bosco dal padre e si imbattono in una casa di marzapane e una strega, che uccideranno, bruciandola viva, perché intenzionata a mangiarli. L’evento li segnerà per sempre e diventeranno, col tempo, infallibili cacciatori di streghe, immuni ai loro malefici. Chiamati in soccorso di un piccolo paesino, dove sono scomparsi dei bambini, intenti a combattere la potentissima strega Muriel, scopriranno alcuni sconvolgenti tasselli del loro passato. Le streghe non trovano mai crisi nel mondo del cinema: basti pensare allo sconvolgente The Blair Witch Project del duo Myrick-Sanchez o al recente Le streghe di Salem di Rob Zombie, uscito quasi in contemporanea con Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe, rivisitazione, in chiave dark(issima), di un classico della letteratura per bambini.
In realtà, gli stessi fratelli Grimm (a cui era stato dedicato una sorta di (bel) film biopic diretto da Terry Gilliam, con Matt Damon e Monica Bellucci) non erano restii ai particolari truculenti e grotteschi nel raccontare le loro fiabe (che col tempo sono state “alleggerite”): probabilmente l’intento era spaventare a morte chi le ascoltava? Il tentativo del regista, Tommy Wirkola (salito ai fasti per aver diretto l’interessante Dead Snow, omaggio-tributo al cinema zombie, ma in salsa nazista), dunque, è quello di emularli, spingendo, malauguratamente, il piede troppo sull’acceleratore: la fiaba diventa così pretesto per mischiare le carte sul tavolo, mischiare i generi, storie, narrazioni, intrecci, tributi.
Ci troviamo così in un calderone di rimandi e richiami, che hanno sì di base la vicenda dei Grimm, ma che cercano, a tratti forse anche con qualche interessante spunto (la madre dei protagonisti strega bianca, l’amore tra una strega e un essere umano, il passato turbolento dei protagonisti), di modificarne il percorso, ma portando a bivi narrativi sconclusionati, spostandosi dalla fiaba classica al contemporaneo, mettendo in campo, con una regia piatta e senza sbocchi, ma non per questo senza ritmo (anzi), Matrix e tendenza steampunk, La bella e la bestia e i film di arti marziali orientali, Venerdì 13 e Il signore degli anelli. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, non aiuta a sorreggere la pellicola, cadendo (spesso) nel ridicolo e nello scontato, regalando comunque momenti che avrebbero potuto avere maggiore sviluppo e interessamento o inediti sguardi alla fiaba classica, spostando l’idea su un futuro/passato dal tempo indefinito (geniale, ad esempio, l’idea di considerare Hansel malato di “diabete”, dopo essere stato costretto a mangiare zucchero per ingrassare oppure la continua ricerca di un passato oscuro).
Nonostante ciò ogni sequenza o inquadratura, richiama “logicamente” e senza troppi fronzoli quella successiva, portando così lo spettatore a riconoscere immediatamente lo svolgersi degli eventi che verranno. Gli stessi attori non trovano appiglio nella sceneggiatura, non riuscendo a dare un minimo di spessore psicologico ai personaggi: Jeremy Renner, nel ruolo di Hansel, noto per essere entrato negli Avengers della Marvel e in The Bourne Legacy, è statico e senza verve, così come tutti i comprimari maschili, invinghiati in personaggi stereotipati e (fin troppo) prevedibili. Lo stesso dicasi per i ruoli femminili, Gemma Arterton (Gretel) ha dalla sua il fascino, ma null’altro, mentre Famke Janssen, apparsa nella saga degli X-Men, prova, senza successo, a diventare femme fatale. Ma l’idea della produzione è chiara: fare un film che diverta e che mescoli generi, che dia un messaggio semplice e diretto; da questo punto di vista Hansel & Gretel centra in pieno l’obiettivo, con un ritmo frenetico, molto (che si tramuta in ironico) splatter, personaggi semplici, che alla fine mettono in evidenza come, attraverso l’aiuto tra se stessi (e soprattutto tra consanguinei) si può superare ogni ostacolo, anche quello che arriva, magari, da un passato che vogliamo a tutti i costi dimenticare. Solo affrontando insieme i pericoli, i guai, i problemi si possono superare le avversità della vita, strega o ricordi che siano.
Nota a parte, insieme alla conversione in 3D, che dona momenti di vero divertimento e che poteva essere usato ancora meglio, merita la fantasia degli sviluppatori nel progettare le armi dei protagonisti, mischiando stili e generi e tirando fuori piccoli gioiellini futuristici/fantasy/steampunk: cannoncini con flussi elettrici, balestre mitragliatrici, fucili pieghevoli e con proiettili “intelligenti”, defibrillatori a dinamo. Insomma un catalogo davvero divertente e originale. Dopo aver abbattuto l’ennesima strega, chiudendo la struttura circolare tanto cara a tutta la cinematografia mondiale, i due eroi partono alla ricerca di nuove avventure, accompagnati da un troll e un giovane aiutante. L’operazione divertimento per Hansel & Gretel è riuscita in pieno e scommettiamo, a breve, in un nuovo, sanguinolento, sequel.