La matematica ancora non c’è, ma con il pareggio di San Siro il Napoli, senza dubbio, è con un piede in Champion’s League.

Finisce 1-1 contro il Milan, in una partita che ha regalato emozioni solo in parte ed ha confermato la solidità del Napoli.  Mazzarri conferma l’undici titolare della partita contro il Genoa, ad eccezione di Zuniga, che torna a prendere il suo posto sull’out mancino in luogo di Armero. Accade quasi tutto nel primo tempo.

Il Milan parte forte creando la prima occasione al 5′: un tiro velleitario di Boateng viene sporcato da Cannavaro, la palla cambia direzione, ma De Sanctis compie una parata strepitosa e nega la gioia alla squadra meneghina. Il Milan continua a spingere ma il Napoli si difende bene e quando può crea qualche pericolo. Come al 20′, quando Flamini stoppa di braccio un cross pericoloso di Hamsik; l’arbitro Rocchi non vede, e non concede la massima punizione.

Al 28′ il Milan passa in vantaggio, con lo stesso Flamini, che raccoglie una palla vagante al limite dell’area e insacca, di sinsitro, nell’angolino basso. Ma il vantaggio dei rossoneri durerà poco perché appena 3 minuti dopo arriva la rete dell’1-1. Hamsik dialoga sulla sinistra con Zuniga e serve in area Pandev, che con una puntata di sinistro infila Abbiati. E’ il terzo goal in quattro partite per il macedone, che risponde, ancora una volta, alle critiche ingiuste mosse dalla stampa nei mesi precedenti.

Gli azzurri prendono fiducia e diventano padroni del gioco. Prima della fine del primo tempo c’è un’occasionissima per Cavani, che stoppa magicamente un lancio di Cannavaro, ma il pallonetto non inganna Abbiati.

La ripresa è decisamente meno movimentata della prima frazione. Al Napoli l’1-1 fa comodo e, quindi, è una situazione perfetta per sfruttare il marchio di fabbrica del gioco mazzarriano: difesa compatta e contropiede micidiale. Ed è proprio questo che frena il Milan, perché un paio di scorazzate di Hamsik e Cavani mettono paura ai rossoneri.

Allegri pensa, allora, di dare una scossa e decide di inserire El Shaarawy, lasciato a sorpresa in panchina per scelta tecnica. Il tecnico toscano, però, non fa in tempo ad effettuare il cambio che Flamini (sempre lui) compie un’entrataccia su Zuniga e viene, giustamente, espulso. Da questo momento sarà un inno alla noia. L’ultimo squillo lo regala Calaiò, che su un cross di Zuniga prende bene il tempo a Mexes ma non inquadra la porta.

Gli azzurri mettono una seria ipoteca sul secondo posto, che vuol dire niente preliminari. E non è cosa da poco.