Ingente folla di persone, ieri, per l’ultimo saluto ad Arianna Nunziata, la bambina di soli nove anni prematuramente scomparsa nella giornata di domenica durante i festeggiamenti della sua comunione a causa di un soffocamento dovuto ad un bocconcino di mozzarella.

I funerali si sono svolti a San Gennaro Vesuviano verso le ore sedici, il paese si è praticamente fermato per circa due ore, lutto cittadino, negozi e uffici chiusi, tutti ma praticamente tutti davanti alla parrocchia a dare l’addio ad un angelo volato nel regno dei cieli. La bara bianca è stata portata in spalla dalla casa fino all’altare di San Gioacchino ed Anna. Centinaia di persone racchiuse nel loro silenzio e decine di ragazzini con in mano i palloncini bianchi dell’innocenza.

I genitori, Katia e Luigi, due persone distrutte, il destino gli ha tolto il dono più prezioso che la vita gli potesse riservare facendogli piombare il mondo addosso. «Se Dio esiste, perché ci ha portato via la luce della nostra vita?», si chiedono. È un dolore straziante che evidenzia l’immagine di una famiglia che non ha più forze. «Bisogna avere fede, cercare Dio anche nel dolore», afferma il parroco Don Aniello. Troppo difficile da sopportare per i genitori. Arianna era il loro punto di riferimento, la prima di tre figli, una ragazzina solare e bellissima che proprio Domenica era in quella chiesa per la sua comunione e non per il suo funerale. Il parroco piange, non riesce ad officiare la messa, non ha la forza d’animo per poterlo fare e dice: «Domenica le ho dato il corpo di Cristo, ora siamo qui per dirle addio».

Presente anche il sindaco di San Gennaro Vesuviano, Aniello Giugliano, che commosso sull’altare ribadisce il suo dolore: «È una tragedia immensa, non ci sono parole per poter descrivere l’accaduto, ricorderemo per sempre il suo sorriso». La messa finisce, la bara bianca esce dalla chiesa tra un applauso interminabile. Il corteo funebre, accompagnato da preghiere e pianti di bambini, forse amici di scuola di Arianna, si sposta a piedi fino a piazza Margherita, gremita di persone che osservano con gli occhi carichi di tristezza. La bara bianca viene messa in macchina e portata nel cimitero di San Gennaro Vesuviano.