“Quanto zucchero?”

“Niente zuccheri, nichts,.. nothing,.. nada, ..è l’inizio della primavera ed inizia lo strazio del pensiero della prova costume. E poi  Grillo, a te lo confesso:  ho già peccato di ingordigia sfrenata. Le zeppole della sagra di San Giuseppe Vesuviano! Ho girato tra gli stand delle pasticcerie che partecipano alla sagra e …adesso sono  ferratissima su tutte le sfumature e differenze delle  zeppole in esposizione!”

“Si dice che siamo ciò che mangiamo”

“Taglia corto. Alla tua razionalità io  contrappongo le emozioni, i vissuti ,le memorie che il palato ci regala”

“La straordinaria disponibilità di risorse alimentari che la nostra società espone è alla base della macroscopica contraddizione col cibo.”

“Vero. Da un lato, esiste un’esorbitante offerta alimentare e dall’altro la mania delle diete. Come a dire che se la privazione non esiste ce la inventiamo, ed io ci aggiungo anche una buona dose di sensi di colpa. Ma tu, magro come sei  non potrai mai comprendere il magone del dopo nutella! “

“Vedi Lina, il cibo che mangiamo rafforza l’organismo ma anche l’identità. Bisogna saper  distinguere tra il piacere della tavola e il piacere di mangiare. Il primo è legato alla scelta e alla preparazione dei cibi per i convitati, ed è quello che preferisco, il secondo è semplicemente la soddisfazione di un bisogno. Nel nostro universo mentale e ancora di più in quello dei nostri genitori e nonni, che hanno il ricordo della fame e della ricerca del cibo, l’abbondanza garantisce la sicurezza e la realizzazione economica.”

“Ho capito Grillo. Ho sbagliato secolo! Fossi nata ad inizio novecento, sarei un’apprezzata  donna in carne secondo i canoni della bellezza di quei tempi !”

“Il sovrappeso, nei paesi della fame  e della carestia, è tutt’ora considerato simbolo di bellezza, prosperità e potere. Bisogna ricercare le radici delle scelte gastronomiche tra le religioni e tra le culture. Infatti la cultura alimentare più vicina a noi geograficamente , quella musulmana  è basata innanzitutto sui precetti del Corano. Gli alimenti sono distinti tra puri e impuri. Gli arabi poi ci hanno tramandato una gastronomia raffinatissima, da califfi. Cereali , zucche, zucchine, cetrioli, cicoria, ceci, fave, cipolle, aglio, olive, uva, agrumi, e ancora erbe aromatiche(prezzemolo, coriandolo, menta, origano, timo, aneto, erba cipollina) e spezie(senape, curcuma, zenzero, zafferano, noce moscata, cannella, chiodi di garofano).Dalla Turchia arrivano poi il Kebab, lo yogurt, verdure ripiene di carne ed il sesamo, la melenzana e la fava.”

“Sì Grillo , ed il pasto termina sempre con la frutta fresca e pasticceria finissima: fiori di rosa e d’arancio, pasta di mandorle e marzapane, miele e datteri, ed infine il caffè. Che raffinatezze questi arabi  e che ospitalità. Prima di onorare la tavola vengono portate bacinelle d’acqua profumata con petali di fiori per lavarsi le mani!”

“Altro che fast-food e paninoteche!”

“Mi sono deliziata  e voglio ringraziarti leggendoti  dalle tradizioni del  Natale napoletano,  un menù del 1839(Cavalcanti):

>Fritto d’anguille e auto<

Lista. De tre piatte à lo juorno pe n’anno sano,accommensanno da lo primmo dell’anno,co lo corrente nuosto Calannario de lo 1839….

Dicembre

24. Martedì

Vigilia de lo Santo Natale.

Vruoccoli zoffritti- Vermicielli co l’alice salate-Pesce a lo tiano-Pesce mpasticcio-Fritto d’anquille, e auto-Arrusto de Capetune-Nsalata acconciata de caulisciore, aulive chiapparielli ec.-Struffoli.

25.Miercodì

Nasceta de lo Santo Messia.

Menesta de vruoccoli, e cecorie-Bollito de vacca, Capune, Salato e Sacicce-Capune a lo tiano-Fritto de grasso-Arrusto de feletto de puorco ma chillo de Sorriento, e na nsalata-Pizza doce.”

“Prosit!”