Gremita, questo pomeriggio, la chiesa di Sant’Antonio di Padova per l’ultimo saluto a Salvatore Di Palma, il pensionato scomparso sabato sera nel terribile incidente stradale sulla statale 268.
Salvatore tornava da Napoli dopo aver accompagnato alla stazione di piazza Garibaldi la figlia Marialuisa, quando il suo destino si è tragicamente incrociato con quello dei cinque ragazzi a bordo della 500 all’altezza del km 10, nel tratto tra Somma Vesuviana ed Ottaviano. Con lui l’altra figlia, Rossana, ormai fuori pericolo di vita ma con in groppa il dovere di guarire dalle ferite del corpo e dello spirito.
La cerimonia funebre è stata officiata da padre Aldo d’Andria, parroco di Poggiomarino, che nella toccante omelia ha voluto ricordare non soltanto Salvatore ma anche Aldo e Gianni, i due giovani scomparsi con lui nell’incidente, invitando inoltre a pregare per i tre ragazzi che, insieme a Rossana, ancora combattono per la vita .
Intanto, mentre gli inquirenti cercano di venire a capo della dinamica dell’incidente, al fine di individuare eventuali responsabilità nella morte di 3 persone, il sindaco di Sant’Anastasia minaccia di chiudere gli accessi alla statale sul suo territorio se non saranno presi provvedimenti immediati per il potenziamento della sicurezza, come l’installazione dei tutor e la maggiore sorveglianza delle forze dell’ordine.
Anche Giovanni Passaro, segretario provinciale Fillea-Cgil di Napoli, si è scagliato oggi contro l’«inaffidabilità» della strada: «Sono ormai anni che chiediamo all’Anas e alla Romana Impresa Spa, esecutrice dell’opera, i motivi dell’incredibile rallentamento nei lavori. Dal 2007 siamo a poco più del 12% nella realizzazione, nonostante i finanziamenti e smentendo ciò che il presidente della Regione, Stefano Caldoro, assicurò nel 2012 circa il rispetto dei tempi».
Sta di fatto che i 27 chilometri da Cercola ad Angri sono tra i più pericolosi d’Italia, e non solo per l’imperizia di molti degli automobilisti che la percorrono. In alcuni tratti la segnaletica orizzontale è spesso indecifrabile, il manto stradale dissestato, l’illuminazione inesistente, lo sversamento abusivo dei rifiuti abbondante. Inoltre la Direzione investigativa antimafia, dopo un’ispezione al cantiere del raddoppio, descrisse la statale come «un pericoloso polo di attrazione per gli interessi della camorra».
E’ singolare pensare che la stessa strada di cui stiamo parlando, la cosiddetta “strada della morte”, sia considerata dalla Protezione Civile una delle principali vie di salvezza per la popolazione in caso di eruzione del Vesuvio.