Una vicenda tristissima che ha trovato stamattina il suo drammatico epilogo. Maria Sangiovanni non ce l’ha fatta. Al termine di una coraggiosa ma impari battaglia, contro un avversario impossibile da sconfiggere, ha definitivamente ceduto, rendendo vani i disperati tentativi dei medici del Cardarelli di Napoli di strapparla alla morte. Impresa apparsa fin da subito proibitiva, considerata anche la difficoltà nell’intervenire chirurgicamente per estrarre il proiettile dalla sua testa, causa le gravissime condizioni in cui versava la donna.

Si è spenta in mattinata, pochi istanti dopo l’interrogatorio del figlio aguzzino. Forse il destino, spesso beffardo, ha mostrato stavolta il suo volto più umano, evitando che dall’alto potesse ascoltare le dichiarazioni che Antonio Nunziata stava rendendo davanti al Gip. Ma andiamo con ordine. La giornata è iniziata intorno alle 9:30, quando l’assassino, dal carcere di Poggioreale dov’è tuttora richiuso, è stato portato al tribunale di Nola, davanti alla dott.ssa Zinno, giudice per le indagini preliminari, alla presenza del Pubblico Ministero, dott. Raffaele Barela e del suo legale di fiducia, avv. Aniello Salvi, al fine di esaminare la richiesta di perizia psichiatrica avanzata da quest’ultimo, che proprio sull’infermità mentale del Nunziata aveva impostato la propria strategia difensiva.

Un interrogatorio di breve durata, al termine del quale, Salvi ha ribadito la propria richiesta, aggiungendone una ulteriore, che il suo assistito potesse essere tradotto in un penitenziario dotato di strutture che gli garantissero le opportune cure. Proprio nel lasso di tempo intercorso tra la fine dell’interrogatorio e l’emissione dell’ordinanza da parte della dott.ssa Zinno, il cuore di Maria Sangiovanni ha cessato di battere, facendo passare in secondo piano la rilevanza del provvedimento, comunque emesso dal magistrato intorno alle 13.

Un’ordinanza all’interno della quale, viene disposto per venerdì 15 febbraio l’incidente probatorio che dovrà accertare l’infermità mentale del Nunziata, come richiesto dalla difesa e dallo stesso Pubblico ministero, in considerazione del fatto che dagli atti emergono elementi in virtù dei quali appare plausibile che l’indagato sia afflitto da infermità di mente. È apparso quindi opportuno al Gip procedere ai necessari accertamenti tecnici per verificare il suo effettivo stato mentale, in particolare attraverso il conferimento dell’incarico peritale al dott. Luca De Luca, il quale dovrà accertare quali sono le condizioni mentali del giovane e se lo stato di infermità fosse sussistente al momento della commissione del fatto.

Nel confermare la custodia cautelare in carcere, il Gip, accogliendo la richiesta della difesa, ha poi delegato la direzione della Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale ad individuare, senza ritardo, l’ospedale psichiatrico giudiziario presso il quale ricoverare Nunziata per il periodo di osservazione indicato.