Con un comunicato stampa, redatto a pochi giorni dal voto nazionale, il circolo del Partito Democratico di Sant’Anastasia esprime il proprio dissenso verso le ultime politiche adottate dalla Fiat nei confronti dei 19 operai Fiom dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, che dopo essere stati regolarmente assunti su disposizione della corte d’appello di Roma, sono stati invitati dall’azienda a restare a casa, pur percependo lo stipendio.
Sulla questione, nella quale era intervenuto in merito il segretario nazionale Fiom Landini definendola “uno schiaffo alla dignità”, ha alzato la voce anche il segretario cittadino del Partito Democratico, Grazia Tatarella: “La questione dei 19 operai Fiat è davvero assurda, va contro ogni principio di una società civile del terzo millennio. Sembra di essere ritornati indietro di un secolo. Non possiamo accettare che questo stato di cose si perpetui.
Il lavoro è un diritto e va preservato e garantito. Il nostro responsabile nazionale Lavoro, Stefano Fassina, ha dall’inizio sposato la causa dei lavoratori Fiom e siamo certi che quando, da qui a poco, saremo al governo della Nazione ci impegneremo affinché si creino condizioni favorevoli per il lavoro ed i lavoratori e non si verifichino più situazioni come queste o quelle degli esodati”.
Il capogruppo Pd al Consiglio Comunale, Giovanni Barone, che è anche candidato al Senato, ha invece sottolineato: “E’ inaccettabile che una fabbrica così importante e con una storia così significativa come Fiat si ritrovi ad avere atteggiamenti del genere. E’ stata, ed è ancora, una delle aziende italiane più importanti. Non si può mandare gente per strada così, senza preoccuparsi delle conseguenze. O peggio ancora offendere le persone dando loro lo stipendio per restare a casa.
Il nostro candidato Premier Bersani è stato molto chiaro, bisogna chiedere a Fiat cosa intende fare. Sono d’accordo con il nostro leader. Una volta al governo ci impegneremo per risolvere l’annosa vicenda. Questa situazione non può andare avanti così. Ci impegneremo, inoltre a risolvere la questione “esodati” alla quale nella legislatura appena terminata abbiamo trovato anche la copertura finanziaria. Purtroppo il governo Monti non ha voluto ascoltarci”.