Tutto è cominciato con la notizia che i vaccini di un’azienda multinazionale con sede anche in Torre Annunziata erano pericolosi. In realtà la Ditta aveva ritirato dal commercio, a solo scopo precauzionale, uno stock di vaccini, peraltro, non ad uso antinfluenzali, per una sospetta contaminazione. Tanto è bastato perché il Ministero della Salute ne sospendesse la fornitura, giustamente dico, ma certamente senza prevedere l’effetto negativo sull’opinione pubblica di una simile notizia.

Poi si è proseguito con il rinvio dell’inizio delle vaccinazioni al 6 Novembre (in sensibile ritardo rispetto agli anni precedenti). Come se non bastasse le consegne delle fiale ai Pediatri e ai Medici di Famiglia è avvenuta a singhiozzo con ritardi e bug, certamente non per colpa delle strutture periferiche dell’Azienda Sanitaria. Alla fine il numero complessivo dei vaccini forniti e dei soggetti vaccinati è stato sensibilmente inferiore alle previsioni: circa un terzo.  Le conseguenze quali saranno? è presto per fare un bilancio perché una pandemia influenzale si valuta, generalmente, dopo l’inverno, e la riduzione del numero di vaccinazioni si ripercuoterà inevitabilmente sui sul numero dei soggetti colpiti.

In altri termini ci saranno più malati. Vorrei ricordare che il virus  dell’influenza è lo stesso agente delle famose pandemie conosciute con il nome  “la spagnola” (nel corso della guerra del 1915-18) ed “asiatica” (all’inizio degli anni ’50) che misero in ginocchio i vari Servizi Sanitari Nazionali, compresi quelli più evoluti con milioni di morti. Sarà pure vero che oggi abbiamo più mezzi e strutture per fronteggiare una pandemia  ma resta il fatto che non abbiamo farmaci antivirali specifici come gli antibiotici per i batteri e, se pure esistono in deposito al Ministero della Salute stock di “tamiflù”, è dubbio che in caso di diffusione massiva del virus si possa ottenere una linea di difesa efficiente e una distribuzione precoce del farmaco.

Per questo motivo la strategia preventiva con vaccino è stata da tempo adottata dalle Autorità sanitarie nazionali. Il vaccino non uccide il virus ma impedisce la sua diffusione. Per far questo bisogna creare un cordone di soggetti che siano immuni, ovvero che abbiano anticorpi contro questo dannato virus che ha capacità incredibili di mutare il suo assetto antigenico. Bisogna vaccinare non solo i soggetti a rischio (bambini, ammalati ed anziani) ma anche quelle per  la loro attività si trovano ad avere contatto con le persone infette (addetti ai pubblici servizi, medici, infermieri, insegnanti ecc.) e  coloro che si trovano in virtù del loro lavoro a contatto con animali poiché il virus vive in questi animali (specie polli e suini).

L’Italia negli anni scorsi è stata  all’avanguardia nella vaccinazione di massa e nel blocco della diffusione dell’influenza. Quest’anno rischiamo di perdere qualche punto e di avere un peggioramento. Non è un prodotto della disorganizzazione, a mio parere, è un primo effetto della cosiddetta “spending review” in campo sanitario, poiché le spese, l’approvvigionamento del vaccino è a carico del Ministero della Salute è probabile che si sia voluto risparmiare, probabilmente, nella previsione benevole dei dati di diffusione per il 2013. Non tutti si sono resi conto degli effetti del Deccreto Balduzzi e delle previsioni di spesa in campo sanitario. D’altronde non è stato il Presidente Monti ad ipotizzare un diverso modo per finanziare la Sanità ? Purtroppo  lo Stato non è e non lo sarà sempre di più in condizioni di sostenere da solo le spese di un servizio che, al di là della efficienza, diventa sempre più oneroso e difficile da gestire. Di questo e delle problematiche più strettamente territoriali ne parleremo in seguito.