Un italiano su dieci dichiara di aver passato, nell’anno precedente, una ‘bustarella’ a medici o operatori sanitari per ricevere cure, prestazioni o agevolazioni. Un dato che evidenzia il “preoccupante” fenomeno della corruzione nel settore sanitario, tanto che per oltre il 50% dei connazionali proprio la Sanità è l’ambito dove corruzione e malaffare si ‘annidano’ maggiormente e più facilmente.
E’ il quadro emerso oggi in occasione della I Assise nazionale sull’etica di Sanità pubblica, promossa dall’Istituto per la promozione dell’etica in Sanità (Ispe). A puntare i riflettori sul fenomeno, vari esperti riuniti a Roma: “E’ significativo – ha sottolineato il vice direttore del Censis, Carla Collicelli – che ben 43,1% degli italiani attribuisca la causa dell’attuale crisi economica alla crisi morale e alla corruzione presente nel Paese. Così come è significativo – ha sottolineato – il dato del Rapporto internazionale ‘Transparency’ 2011, secondo cui il 10% degli italiani dice di aver pagato una ‘bustarella’ in ambito sanitario nell’ultimo anno”.
Fondamentale, ha rilevato il presidente Ispe Francesco Macchia, è dunque “sostenere concretamente l’etica di Sanità pubblica attraverso diversi strumenti: dalla ricerca sugli sprechi economici della ‘non eticità alla promozione di norme che premino i comportamenti etici fino alla formazione di manager e operatori”. Fnomceo. ”Lo trovo un dato alquanto inverosimile – commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco -. Almeno per quanto riguarda la categoria dei medici”.
Questo, ha sottolineato, ”è un reato penale e le segnalazioni alla Fnomceo di fenomeni di corruzione di questo tipo, annualmente, sono molto poche. Per quanto riguarda ad esempio l’Ordine di Torino – ha concluso – non superano le dita di una mano”. Bisogna ”cogliere il campanello di allarme per un intervento che con urgenza miri a garantire il rispetto delle regole e la esigibilità dei diritti”, afferma il segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, Costantino Troise, commenta il dato del Rapporto internazionale ‘Transparency’. ”Non e’ una novita’ – sottolinea Troise – che il fenomeno della corruzione, valutato complessivamente in circa 60 mld all’anno, sia talmente diffuso da collocare l’Italia ai primi posti di una classifica negativa.
Ne’ possiamo meravigliarci se scopriamo che la Sanità sia uno dei settori dove corruzione, malversazione e malaffare trovino una sede privilegiata visto che essa costituisce uno dei maggiori centri di spesa”. Però, avverte, ”c’e’ da preoccuparsi seriamente quando veniamo a sapere che la corruzione non è confinata tra acquisti e appalti, ma addirittura inquina l’accesso alle cure”. Il punto, rileva il leader ANAAO, è che ”non conta stabilire quanto la dimensione del fenomeno possa essere reale, ma cogliere il campanello di allarme per un intervento che con urgenza miri a garantire il rispetto delle regole”. Infatti, ”la sostenibilità di un sistema sanitario non dipende solo dalla economia, ma anche dalla trasparenza amministrativa, dalla deontologia del lavoro, dall’etica della responsabilità di chi e’ chiamato a tutelare un bene primario. Mi pare – conclude Troise – che nessuno possa chiamarsi fuori e che ci sia da fare per tutti”.